«I nostri dubbi e timori che avevamo manifestato un anno fa sullo “scippo al Sud” dei fondi per l’agricoltura erano più che fondati. E non solo: si riscontra una mancanza di sensibilità e volontà di colmare il gap socio-economico che colpisce da tempo immemore il Sud del Paese, motivo per cui se necessario alzeremo le barricate». È quanto afferma il gruppo all’Ars di Attiva Sicilia in merito al Piano strategico della Pac 2023-2027 presentato dall’Italia e che lo scorso aprile la Commissione Ue ha nei fatti “bocciato” – con 40 pagine di osservazioni – perché colmo di elementi “mancanti, incompleti o incoerenti”. Il Ministero deve modificare il Piano, in relazione ai rilievi entro il prossimo 30 giugno.
«Ricordo come fosse ieri – afferma la vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia – la risposta del Ministro Patuanelli al question time in discussione presso la Camera dei Deputati lo scorso giugno 2021 ovvero l’atto che aveva ad oggetto la diatriba fra l’utilizzo dei criteri cosiddetti “storici” o “oggettivi” nel riparto delle risorse Fondo FEASR per gli anni 2021-2022, quindi il danno economico che si stava deliberatamente apportando agli agricoltori delle regioni del centro-sud e per il quale si mise una toppa solo dopo l’allarme lanciato dal settore agricolo, dalle Regioni colpite, nonché dalle iniziative poste in essere in seno all’Assemblea Regionale Siciliana e di cui sono stata promotrice. Il Ministro, in quella occasione, aveva annunciato – in vista della PAC 2023-2027 – l’avvio di lavori sui criteri e sul I e II pilastro, rispettivamente pagamenti diretti e sviluppo rurale, nell’interesse di tutti i produttori. Bene, dette promesse e relative aspettative sono state ampiamente disattese, se si pensa – sono per citare alcuni esempi – che fra le diverse osservazioni della Commissione Ue “l’Italia è invitata a rivedere la strategia per garantire una distribuzione più equa e mirata dei pagamenti diretti”, nonché esortata a mirare ad una convergenza interna e una ridistribuzione che miri compensare le zone rurali più bisognose”. Analoghi rilievi si riscontrano in relazione al rafforzamento del tessuto socioeconomico delle zone rurali, infatti “la strategia proposta dovrebbe essere notevolmente migliorata per rispondere in modo adeguato alle persistenti esigenze di sviluppo delle zone rurali italiane […] assicurandosi che essa sia efficacemente mirata alle zone rurali più bisognose”».
«Il tempo stringe – prosegue Foti – ma è calato il silenzio. Il 19 aprile è stato convocato il tavolo di partenariato sulla Pac che aveva il fine di affrontare i rilievi della Commissione: sul punto chiederò una comunicazione in aula dell’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, per aver maggiore chiarezza sullo stato dell’arte e adottare gli opportuni atti di indirizzo, così da mettere in chiaro anche chi tra i partiti intende proteggere la casacca o la nostra agricoltura».