“Ho accettato l’invito di Franco De Domenico a ricoprire la carica di assessore designato alle politiche del Mare, proprio perché sono disgustato dalla politica urlata, dell’avversario visto solo come nemico e della mancanza di confronto, azzerato in questa città negli ultimi anni. È una sfida che ho accettato sapendo che è molto più scomoda del mio ruolo di docente universitario. Accettarla, però, significa impegnarmi in prima persona per portare nell’amministrazione comunale le mie competenze tecniche e metterle a servizio della città. Proprio per questa ragione, rispettando il mio ruolo di tecnico in giunta, mi atterrò a rispondere alle questioni sollevate dagli ex assessori Dafne Musolino e Francesco Caminiti”. Così, in una nota, Nanni Randazzo, assessore designato nella coalizione di centrosinistra a Messina.
“Inizio, però, con un cruccio – evidenzia Randazzo – l’ex sindaco afferma che io sarei uomo di Genovese e come tale un infiltrato del mio amico Maurizio Croce tra le file della coalizione di centrosinistra. Non sarà un’elezione comunale a trasformare un rapporto di stima reciproca in una frattura insanabile. Si può continuare ad avere rapporti civili tra persone perbene e avere idee differenti, questo probabilmente sfugge a chi confonde l’insulto con la politica. Discorso diverso per Genovese, probabilmente sorprenderà, ma noi non ci conosciamo, non vi è stata mai occasione di essere presentati.
Per quanto riguarda le osservazioni degli assessori megafono dell’ex sindaco e stampelle del candidato Federico Basile, cercherò di spiegarmi punto per punto.
Dichiarano che con delibera di consiglio comunale n. 645 del 13 dicembre 2021 il PUDM del Comune di Messina è stato approvato e trasmesso al competente Assessorato regionale Territorio e Ambiente per la sua validazione.
In effetti ero a conoscenza che il PUDM fosse stato pre-approvato dal Consiglio comunale e mandato all’Assessorato regionale per avere un parere di congruità sulle linee guida del PUDM. Ma gli Assessori avrebbero dovuto anche puntualizzare che affinché il PUDM venga approvato dall’Assessorato regionale deve essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
L’Assessorato regionale se il PUDM non è corredato da VAS non avvia la fase di valutazione, non si può quindi affermare che il PUDM sia in fase di valutazione alla Regione Siciliana.
Inoltre, essendo Messina in zona ZPS (Zone a Protezione Speciale) il PUDM deve essere anche corredato dallo Studio di Incidenza Ambientale (VinCA).
L’iter, quindi, è stato semplicemente avviato e la prossima giunta dovrà consolidare il piano e redigere la VAS e la VINCA.
Prendo formale impegno che, una volta vinte le elezioni, supporterò gratuitamente i tecnici del Comune di Messina per la redazione dei diversi documenti tecnici.
Inesattezze che proseguono per tutta la smentita degli assessori alla propaganda.
Con Maurizio Croce ci siamo spesso confrontati sulla qualità dei progetti che talvolta il Commissario ha finanziato, ma come più volte mi ha spiegato, lui è il commissario e non un ‘docente di critica costiera’ a lui spetta finanziare purtroppo anche pessimi progetti presentati da amministrazioni locali incompetenti e a me spetta quello di studiare e pubblicare articoli che stigmatizzino pessimi progetti e segnalino buone pratiche”.
“Sulla questione di Galati – prosegue l’assessore designato – ho sempre detto che sarebbe stato utile intervenire sulle cause del dissesto in quanto intervenendo in emergenza, come può solamente fare il Commissario, si sarebbe innescato un ulteriore processo erosivo a Mili.
Per quanto riguarda la mia attività professionale esplicata sempre su argomenti comunque inerenti alla mia ricerca, tanto che da ogni lavoro sono derivate diverse pubblicazioni, penso di essere stato sempre coerente.
Il progetto di Giardini Naxos fu finanziato con il PON 2000-07 che era il primo documento finanziario della Regione Siciliana che prevedeva l’intervento sulle cause evitando opere rigide, prediligendo interventi di ripascimento artificiale eventualmente protetti da barriere sommerse. A quella tranche di finanziamento è legato l’inizio degli interventi di Letojanni, Sant’Alessio, Santa Margherita e Villafranca.
Il sindaco Salvatore Giglio di Giardini Naxos fu l’unico a operare con assoluta correttezza: prima finanziò, a spese del Comune, uno studio della baia, fu individuata la causa dell’erosione, l’area da cui prelevare il materiale per il ripascimento e fu progettata una barriera sommersa tipo reef barrier per mitigare la fisiologica perdita di sedimenti.
Ho partecipato alla realizzazione del primo stralcio del progetto, chiaramente per quella che è la mia competenza, che ha previsto un tratto di barriera soffolta e il ripascimento con la realizzazione di una spiaggia di circa 60 metri. Poi sono stato progressivamente escluso perché non condividevo lo stato di assenza di gestione in cui l’intervento era caduto con il cambio di giunta.
In seguito, le successive amministrazioni non riuscirono a farsi finanziare il completamento dell’opera che nei quindici anni successivi è andata progressivamente a deteriorarsi.
L’osservazione ci ha insegnato che le barriere sommerse, oltreché costose, funzionano meglio in aree confinate come le baie e comunque necessitano di una fisiologica ricarica di almeno il 10-20 per cento del materiale inizialmente introdotto al massimo ogni due anni.
Santa Margherita questo parziale confinamento lo aveva grazie a una ‘forma’ della spiaggia sommersa meno acclive rispetto alle aree limitrofe, per questa ragione ha sortito subito un ottimo effetto locale, trattenendo i sedimenti che si spostavano da Sud verso Nord. Purtroppo, in assenza di un reale ripascimento, in tutta l’area a Nord si è venuto a determinare un deficit sedimentario che ha portato all’erosione della foce del Santo Stefano e dell’area di Galati.
Una immissione controllata di sedimenti all’altezza di Santa Margherita o subito a Nord avrebbe favorito la naturale ricostituzione delle spiagge a Nord e non avrebbe mandato in erosione Mili.
Per questo servono competenze quando si interviene in un ambiente dinamico come quello costiero e ancora di più in un’area che subisce l’energia dell’incrocio di due mari.
Suggerisco vivamente di riprendere il monitoraggio della costa effettuato dall’Università di Messina per conto del Comune durante le amministrazioni passate, eccetto l’ultima, almeno per registrare ciò che succederà a Mili e a Nord di Tremestieri”.
“Ritornando a Croce – ironizza Nanni Randazzo – mi lamenterò con Maurizio per non avermi dato l’incarico del progetto di Galati, forse non mi stima a sufficienza, o magari pensa che non valga tanto… In effetti, l’unico vero incarico avuto da Croce, lo ha indirizzato il presidente della Regione che, ecumenicamente, per la redazione del Piano Regionale Contro l’Erosione Costiera (PRCEC), ha preteso che si incaricasse uno specialista per ognuna delle università siciliane.
Certo, come commissario, di sua iniziativa mi ha inserito in due gare d’appalto ‘rognose’ con progetti che prevedevano dei ripascimenti complessi, probabilmente per farmi esercitare le mie capacità di docente di ‘critica costiera’. Poca cosa per creare dipendenza. E mi fermo qui per decenza”.
“Per quanto riguarda Capo Peloro rimango basito”, osserva il docente universitario. “A mare vado là e ogni volta che arrivo mi prendo una collera. Un posto magico gestito malissimo.
Cassonetti in bellavista, limitazione dell’accesso con blocchi in calcestruzzo, una doccetta generatrice di laghetto, che funziona sino ad un certo orario della giornata e infine accesso alla spiaggia con vista sui rifiuti dei lidi. Anche qua mi fermo, ho l’abitudine di fotografare tutto quello che potrebbe risultare utile alla mia ricerca”.
“Per quanto concerne la Zona Falcata, gli assessori che mi scrivono hanno poche idee e molto confuse. Giustamente l’Ingegnere Mario Mega aveva dato un cronoprogramma che purtroppo ha subito il contraccolpo delle dimissioni della Sogesid dall’attività di redazione del Modello Concettuale Definitivo. A quel punto l’ASPS, nell’ambito degli accordi che già aveva con Unime ha chiesto di redigere il Modello Concettuale Definitivo, ma per completare questo era necessario avere la validazione dell’Arpa che è giunta il 18 maggio di quest’anno (prot. 26323), che ha ricevuto anche il Comune.
Facendo un breve excursus su tutto l’iter: nell’ottobre 2016 l’Autorità Portuale di Messina (AP) e l’Università di Messina hanno sottoscritto la Convenzione ‘Porto di Messina – Interventi di caratterizzazione delle aree di sedime della Zona Falcata’, con la quale, ai sensi dell’articolo 1, l’AP affidava all’Università la redazione del Piano di Caratterizzazione delle zone A, B e D, in ordine a 2 fasi (FASE 1 e FASE 2), in conformità all’Allegato 2 parte IV titolo V del D.Lgs. 152/06. La fase 1 prevedeva la ricostruzione storica delle attività produttive svolte sul sito e la fase 2 l’elaborazione del Modello Concettuale Preliminare del sito e predisposizione di un piano di indagini ambientali finalizzato alla definizione dello stato ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee.
Nel luglio 2019 il Piano di Caratterizzazione, redatto dal Gruppo di Lavoro composto dalla professoressa Candida Milone (coordinatore), dalla professoressa Concetta De Stefano e dl sottoscritto viene consegnato insieme con il piano di indagini ambientali, essendo emerso che l’area risulta contaminata e quindi bisognava procedere con il piano di caratterizzazione modello concettuale definitivo.
Il piano di indagini ambientali finalizzato alla definizione dello stato ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee è stato discusso e validato con Arpa.
Risulta, quindi, errata l’affermazione dell’assessore che sostiene che il Comune abbia redatto il Piano di Caratterizzazione.
Nel 2021 sono state eseguite le indagini ambientali, consegnate nel dicembre 2021, e a seguito delle dimissioni della Sogesid dall’attività di redazione del Modello Concettuale Definitivo, l’Unime, che ha sempre continuato a seguire e supportare l’iter amministrativo, ha acconsentito a redigere il Modello concettuale e l’Analisi di Rischio, che è in fase di completamento. Si aspettavano i risultati delle analisi effettuate per il contraddittorio dall’Arpa, che sono stati consegnati la scorsa settimana. Spero che la consegna avvenga prima di diventare assessore. Comunque stia tranquilla l’assessore che per questo incarico non percepiamo alcun emolumento.
Per quanto riguarda i tempi della bonifica non so se è una questione di ottimismo/pessimismo o mero senso della realtà. Sotto il profilo tecnico ritengo che quei tempi possano essere rispettati”