mercoledì, Ottobre 30, 2024
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 Galiya khamatshina: la fierezza ucraina in gara al concorso di arte equestre

È di Kiev Galiya, tre anni fa ha trovato l’amore a Valledolmo, vicino Palermo e da tre mesi, come tutti gli ucraini e le persone che sono in guerra, vive da lontano l’orrore che i suoi conterranei stanno subendo. Arrivata in Italia nel 2009 per lavoro conosce Maicol – giovane cavaliere siciliano e oggi suo compagno di vita – e lo segue a Valledomo in provincia di Palermo. La passione per i cavalli è ciò che li unisce. È proprio il suo cavallo, Jaka, ad averle dato la forza in questi tre mesi. “Nel momento più difficile, all’inizio della guerra, ero completamente bloccata dalla preoccupazione.” – racconta Galiya – “Non riuscivo più ad andare a cavallo, dipingere o soltanto uscire di casa. Dopo tre settimane, ho forzato me stessa e solo dopo essere salita in sella al galoppo nella natura ho ritrovato le forze per vivere di nuovo”. Ora anche i genitori di Galiya sono a Valledomo, per Galiya non è stato facile convincerli: “Fortunatamente quando la situazione è diventata più critica sono riuscita a convincerli a prendere il treno che li ha portati al confine con l’Ungheria; lì i miei amici mi hanno fatto un regalo grande e sono andati a prenderli con un camper perché mia mamma non stava molto bene e sono venuti qui in Sicilia”.
Al concorso di Arte Equestre della Fiera Mediterranea del Cavallo Galiya, che ha vinto il primo premio, ha portato tutta la fierezza ucraina con un numero commovente basato su emozioni, costumi e musiche del suo paese natale. “Questa esibizione è dedicata a tutti i cavalli morti sotto i bombardamenti e a tutti quelli che invece sono sopravvissuti ai loro proprietari. A tutto il popolo ucraino e chiunque si trovi in una situazione di guerra”. Impossibile non pensare a chi è impegnato a difendere il proprio paese. “Se fossi stata in Ucraina, anche io sarei rimasta a combattere, molti miei amici lo fanno. Tutti si sono ritrovati a dover difendere la loro casa, la loro vita, la loro patria”. Per Galiya però il concetto di patria è molto più ampio e meno retorico di quanto la cronaca voglia farci credere, “la patria per me non è dove si nasce, la patria è tutto il mondo e come tale va rispettato. Bisogna amarsi e aiutarsi reciprocamente”.
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