sabato, Novembre 16, 2024
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Riforma del settore termale. Furco (Gal Elimos): “Urge l’approvazione”

“La legge di riforma del settore termale in Sicilia che abbiamo promosso e che si è avvalsa di numerosi contributi di pregiatissime competenze nel suo partecipato iter di redazione, è una normativa necessaria, non più rinviabile poiché mette finalmente in ordine un intero comparto che in Sicilia, rimane ad oggi asfittico ed evanescente in modo ormai intollerabile”: è quanto afferma Liborio Furco, Presidente del Gal Elimos, nella lettera aperta inviata agli organi regionali competenti con la quale si chiede l’urgente approvazione del DDL n. 235-945-962 Stralcio I-IV COM/A relativo a “Norme in materia di acque termali” in Sicilia.

La riforma, proposta proprio dal Gal Elimos, ispirandosi ai principi europei di libero mercato e concorrenza, punta a mettere ordine in un settore che ad oggi fa ancora riferimento ad una legge del 1956.

Secondo Furco, l’attuazione della riforma, cha già completato il suo iter nella competente Commissione passando ora all’ARS, “garantisce sviluppo e legalità, dimostrando che, almeno per una volta, la nostra regione, la Sicilia, è capace di rendersi effettivamente competitiva in piena legalità” evitando oligopoli e concessioni demaniali esagerate.

Pantelleria, Calatafimi Segesta, Castellammare del Golfo, Santa Margherita Belìce, Sciacca, Montevago, Acireale, Termini Imerese, Cefalà Diana, Ali’ Terme, Terme Vigliatore, Vulcano, Lipari: sono tanti e antichi i siti termali siciliani, mete che potrebbero inserirsi facilmente nel circuito del turismo del benessere, oggi sempre più importante e trainante.

“Mete che – afferma Furco – ad oggi restano limitate a mere opzioni potenziali, oltreché pezzi di Sicilia del tutto mortificati da una sostanziale disattenzione che sostiene blocchi ormai intollerabili”.

In tutti questi decenni, si è proseguito con concessioni scadute e rinnovate “senza alcuna garanzia di pari opportunità e sana concorrenza ed in carenza di una aggiornata mappatura dei giacimenti, delle loro effettive condizioni e del loro reale sfruttamento, compresi i requisiti di legalità, tutela ambientale, sicurezza ed effettiva ed adeguata remuneratività anche per il titolare pubblico della risorsa” – aggiunge Furco.

Da qui la proposta di riforma che punta al rilancio del settore.

Eppure, la nuova legge non trova tutti d’accordo. “Le obiezioni mosse a questo testo di legge sembrano – scrive Furco a tal proposito – palesemente pretestuose di fronte alle potenzialità di un mercato che è stato, fino ad oggi, represso in quanto “recintato ad hoc” per un più che esiguo numero di “beneficiari”. Non vorremmo essere costretti ad immaginare che dietro questa volontà di esporre il semaforo rosso alla legge di riforma ci sia semplicemente la volontà di mantenere ferme “improduttive” rendite di posizione”.

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