Fingono di essere separati in casa ma per anni hanno condiviso sorte trascinando nel baratro le casse comunali
“Tragedianti alle comiche finali. Non c’è altra definizione per i due Orlando, il sindaco e il presidente del Consiglio comunale di Palermo che litigano sul dissesto finanziario che incombe sul Comune a causa della loro pessima amministrazione. Fanno i separati in casa ora che sono vicine le elezioni, ma per anni hanno condiviso la stessa sorte facendo precipitare nel baratro la casse comunali. Dovrebbero stare zitti e fare almeno un mea culpa, approfittando della settimana santa. Invece Leoluca Orlando e Totò Orlando recitano due parti in commedia, pensando che la finzione faccia abboccare i palermitani. Eh no, i cittadini hanno già scelto di cambiare pagina e lo dimostreranno col voto di giugno. Magari al presidente Mario Draghi arriverà una chiamata del nuovo sindaco e del nuovo presidente di Sala delle lapidi con la carte in regola e con meno cose di cui vergognarsi”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato di Prima l’Italia all’Assemblea regionale siciliana.