domenica, Novembre 10, 2024
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Suicidio giovane detenuta a Barcellona, Di Giacomo (S.PP.): “il quarto in Sicilia nell’ultima settimana”


Il suicidio della giovane detenuta all’interno della Casa Circondariale di Barcellona è il
quarto avvenuto nelle carceri siciliane nell’ultima settimana (il 6 a Palermo e il 9 e il 3 a
Catania) e il sesto sempre negli istituti penitenziari della Sicilia dall’inizio dell’anno. Una
“strage silenziosa di Stato” con 21 suicidi e 43 morti complessivamente sinora nelle carceri
italiane. A denunciarlo è una nota del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – a firma del
segretario generale Aldo Di Giacomo.
Ma – aggiunge – quello avvenuto a Barcellona è ancora più grave ed incomprensibile
perché non riusciamo a capire come sia potuto accadere che la donna si sia impiccata ad un
albero di nespolo, pare con un pantalone elastico, in una zona poco lontana dal cortile
utilizzato per l’ora d’aria.
Per Di Giacomo è la riprova che la situazione è sfuggita completamente al controllo e ad
ogni azione di prevenzione dell’Amministrazione Penitenziaria. Tanto più che ai suicidi si
aggiungono alcune decine di migliaia i casi di autolesionismo e almeno il doppio di casi di
interventi di agenti penitenziari che sono riusciti a sventare con prontezza e professionalità
tentativi di suicidi.
Gli istituti penitenziari necessitano, come abbiamo più volte chiesto ai Ministri Cartabia
(Giustizia) e Speranza (Sanità) di personale medico e paramedico e di ambulatori attrezzati
in primo luogo per le prime cure. Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza della vita
dei detenuti affidati in custodia per scontare pene giudiziarie testimonia di aver rinunciato ai
suoi doveri civici. Per questo – continua Di Giacomo – una sentenza della magistratura –
come quella della Corte d’Appello del Tribunale di L’Aquila che ha condannato per
omessa vigilanza il Ministero di Grazia e Giustizia e quindi il carcere al risarcimento del
danno in favore della famiglia di un giovane che nel 2011 si impiccò nella propria cella del
carcere di Castrogno – non risolve nulla se non si dà attuazione ad un piano organico di
intervento e di assistenza psicologica ai detenuti.
Non vogliamo ancora sentirci impotenti ad intervenire nella “strage silenziosa” che la
politica con atteggiamento da struzzo finge di ignorare salvo con atteggiamento da
coccodrillo dolersene ad ogni caso di morte; anzi – conclude il segretario del S.PP. – da un
po’ di tempo questo non accade più”.

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