E mentre nei manifesti elettorali si omette o sparisce il simbolo dei partiti, come nel caso del candidato Faraone o della candidata Varchi, ammesso e non concesso che si possano ancora ritenere candidati e non lo crediamo, è già iniziato il «gioco delle tre carte» della politica locale che, dopo essere volata a Roma per ottenere l’adeguata santificazione, oggi è più mai impegnata a mescolare l’esiguo mazzo per ottenere liste e candidati nel solito tentativo di trasformare l’attuale campagna elettorale per le elezioni amministrative in pantomima finalizzata a poltrone e incarichi.
Fedele ai principi della sua candidatura, invece, Rita Barbera dichiara “Io non parlo con i partiti, ma con le persone cui mi sono rivolta, a quelli che non ci credevano e adesso ritengono che sia possibile un cambiamento”.
“A Roma c’è gente che non ha idea di dove e cosa siano i Danisinni e tutti i nostri quartieri – continua Rita Barbera – e proprio là si ritiene di decidere chi debba amministrare Palermo”.