venerdì, Novembre 22, 2024
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Carceri: Sappe perplesso dalla nomina di Carlo Renoldi a Capo del DAP

“OTTIMO PROFILO DA GARANTE DEI DETENUTI, MA SARA’ ANCHE CAPO DI QUELLA POLIZIA PENITENZIARIA CHE SPESSO HA CRITICATO (E CHE GLI PERMETTERA’ DI PERCEPIRE PURE OTTIMA INDENNITA’ ECONOMICA…)

Se fossero confermate le indiscrezioni giornalistiche odierne, secondo le quali la ministra della Giustizia Marta Cartabia avrebbe scelto Carlo Renoldi quale Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria al posto del dimissionario Bernardo Petralia sarei quanto meno perplesso, se non altro per talune dichiarazioni che il giudice della Cassazione ed ex magistrato di sorveglianza a Cagliari ha rilasciato nel corso degli anni. Quello di Reinoldi è sicuramente un ottimo profilo per fare il Garante dei detenuti, ma non si dimentichi, se dovesse invece essere nominato in sede di Consiglio dei Ministri, che lui percepirà, oltre ad un lauto stipendio, anche una mega indennità come Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria, ossia di coloro che in carcere sono in prima linea, spesso soli su quattro piani detentivi, con 300 detenuti da controllare, tra i quali un buon dieci per cento psicopatici, un altro trenta per cento extracomunitari e un trenta per cento tossicodipendenti”.

Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Il leader del primo Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria ricorda che “negli anni, Renoldi si è espresso per chiare forme di annacquamento del 41-bis, fondamentale invece per un efficace contrasto alla criminalità organizzata, ed ha una concezione assai personalistica del Sindacato costituzionalmente previsto: vanno bene solamente quelli che sostengono le sue tesi, non chi critica e propone alternative alla degenerazione penitenziaria quale è la vigilanza dinamica ed il regime aperto a tutti i detenuti, indiscriminatamente, causa dell’esplosione degli eventi critici nelle carceri. Renoldi non dimentichi che dovrà rappresentare coloro che pressochè quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. E l’essere Capo di un Corpo di Polizia consente, tra l’altro, di percepire anche un’ottima indennità economica in aggiunta allo stipendio, certo non paragonabile a quello di un poliziotto… Per quello che ha detto nel passato, dunque, credo che Carlo Renoldi sarebbe più indicato per fare il Garante dei detenuti che non il Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria….”.

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