sabato, Novembre 23, 2024
HomeCronacaNell'istituto di Agrigento tre detenuti sfondano cella, Di Giacomo: "ormai in carcere...

Nell’istituto di Agrigento tre detenuti sfondano cella, Di Giacomo: “ormai in carcere accade di tutto”

Nel carcere di Agrigento tre detenuti hanno sfondato una parete per entrare in una sezione
che è rimasta “occupata” per alcune ore. Un insensato gesto di forza che ha richiesto il
ricorso a personale penitenziario che non era in servizio per ristabilire la normalità e
trasferire i tre in altri penitenziari. A riferirlo è il Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – in
una nota a firma del segretario generale Aldo Di Giacomo: “Ormai non c’è più nulla da
stupirsi perché in carcere accade di tutto e di più con i detenuti che continuano a
manifestare il proprio controllo e a muovere l’attacco allo Stato sino a sfondare mura o ad
evadere come è accaduto in altri istituti. Un episodio che rileva la situazione esplosiva
determinata nei penitenziari italiani con un clima di tensione alle stelle che sarà sempre più
incontenibile senza provvedimenti e strumenti di assoluta urgenza”.

Per Di Giacomo l’atmosfera diffusa nelle carceri è persino peggiore a quella della primavera
2020 che ha segnato la stagione delle violente rivolte a catena. Clan, gruppi malavitosi,
organizzazioni mafiose soprattutto nelle carceri siciliane stanno approfittando della
“debolezza” manifestata dallo Stato per rinnovare la sfida come testimoniano gli atti di
violenza tra detenuti e contro il personale penitenziario, in quest’ultimo caso declassati a
“fatti di ordinaria amministrazione” e persino l’atteggiamento di sberleffo per l’abbattimento
di pareti. Una situazione simile – dice Di Giacomo – non era mai accaduta prima con gli
agenti in balia dei criminali e costretti a difendersi come possono dalla diffusione della
variante pandemica.
Le azioni annunciate dalla Ministra Cartabia che da tempo ascolta solo i Garanti dei
Detenuti – continua il segretario del Sindacato Polizia Penitenziaria – vanno in tutt’altra
direzione, quella dell’apertura di celle e portoni ai detenuti. La riduzione della popolazione
carceraria in sostanza è considerata l’unica strada da seguire.

Si sottovaluta il segnale inviato ai cittadini dal carcere dove tutto si può fare e quindi le
famiglie vittime di mafia sono avvertite. È bene che i cittadini si rendano conto che nelle
carceri non sono reclusi vittime o angeli, ci sono autori di crimini efferati per i quali da
tempo invece si sostengono la clemenza e provvedimenti di indulto. Noi non ci stiamo a
mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i criminali che pretendono il controllo del
carcere e sono un costante pericolo dell’ordine pubblico e la minaccia per la libera
convivenza dei cittadini. Soprattutto dopo gli impegni solenni del presidente Draghi e del
ministro Cartabia, è ora che ci si occupi seriamente dei problemi del sistema penitenziario
senza illudersi che sfollando le celle, tutto si risolva di colpo”.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

- Advertisment -

ULTIME NEWS