mercoledì, Novembre 27, 2024
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Accordo di finanza pubblica Stato-Regione, Attiva Sicilia: “Accolti i nostri appelli ma continueremo a vigilare”

Attiva Sicilia esprime soddisfazione per l’ultimo accordo di finanza pubblica raggiunto tra Stato e Regione Siciliana.

“L’accordo – dichiara Attiva Sicilia – determinerà per la nostra Regione sensibili risparmi di spesa, incrementi delle entrate, l’introduzione della fiscalità di sviluppo ed è certamente un importante passo che va verso la piena attuazione dello Statuto Siciliano che da troppo tempo viene rimandato. Vogliamo sottolineare come l’intesa contenga la maggior parte delle segnalazioni che Attiva Sicilia ha sintetizzato in una lettera indirizzata un anno fa al presidente del Consiglio dei ministri e a quello della Regione e alla commissione paritetica attualmente in carica nella quale abbiamo posto l’urgenza di dare concretezza alle norme previste per l’autonomia regionale o da precedenti accordi”.

“La Sicilia – prosegue il gruppo all’Ars – parte da una condizione di forte svantaggio a causa di un’economia in grave difficoltà, entrate tributarie conseguentemente esigue e maggiori funzioni a cui far fronte sia rispetto alle regioni a statuto ordinario che alle altre regioni a statuto speciale che già hanno proceduto con l’attuazione del proprio statuto. Incredibilmente, nonostante da anni la Corte dei conti lo ribadisca, le risorse che alla Sicilia spettano di diritto perché fissate da maggiore compartecipazione alla spesa sanitaria o dallo Statuto che finora non ha mai avuto piena attuazione, soprattutto per quanto riguarda la parte sulle entrate tributarie. Tali previsioni finalmente sono oggetto di tavoli che dovranno concludersi a metà del 2022”.

“Questo accordo – conclude il gruppo – sembra adesso indicare un’inversione di tendenza ma Attiva Sicilia continuerà a vigilare affinché i diritti della nostra Regione non vengano mai più calpestati. Riconosciamo al governo Musumeci e all’assessore Armao un forte impegno su questo fronte e sicuramente un’azione in controtendenza rispetto ai disastri degli accordi della scorsa legislatura e quelli imposti dall’ultimo governo Conte sul ripianamento del disavanzo e l’ulteriore blocco delle assunzioni”.

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