“Abbiamo invitato l’Assessore Regionale ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana a intervenire con celerissima urgenza al fine di porre fine alla violazione di norme costituzionali e di settore che persiste dal 10 dicembre scorso presso il Museo Casa Natale “Luigi Pirandello”, ma spiace constatare che a tutt’oggi l’Assessore abbia ritenuto di non dovere intervenire e di non esercitare ciò che invece il suo ruolo gli impone”.
A dichiararlo sono Michele D’Amico responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali e Simone Romano coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir.
“È appena il caso di ricordare – commentano i due sindacalisti di Cobas/Codir e di Cu.Pa.S./Codir – che lo Stato, trasferendo tutti i beni culturali presenti sul territorio all’Amministrazione Regionale ad eccezione degli Archivi, rimasti nella competenza dello Stato, ha disposto, con Decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, articolo 1, comma 4, che “la vigilanza e la tutela spettanti alle amministrazioni dello Stato sugli enti e sugli istituti locali, esistenti nel territorio della regione siciliana, che svolgono attività previste nel primo comma del presente articolo, sono esercitate dall’amministrazione regionale”.
“Non vi è dubbio alcuno – continuano i due sindacalisti – che la tutela e la vigilanza dei siti della cultura, siano discipline di esclusiva competenza dell’amministrazione regionale, le quali possono essere esercitate esclusivamente dal Personale di ruolo della pubblica amministrazione regionale e mai, in nessun caso, possono essere demandate a soggetti privati. Coloro che si sono prestati a rimuovere il personale di ruolo affidando l’esercizio della tutela e della vigilanza a dei privati farebbero bene a dimettersi e a cambiare mestiere”.
“Abbiamo dato all’Assessore al ramo – concludono D’Amico e Romano – due giorni di tempo a partire da oggi affinché venisse ripristinato lo stato di legalità avvertendo che, perdurando l’attuale situazione, non esiteremo a relazionare al Presidente della Repubblica e al Ministro della Cultura su quanto sta accadendo, in violazione di norme costituzionali e di norme di settore in materia di tutela e vigilanza, in uno dei più prestigiosi siti della cultura regionale”.