martedì, Novembre 26, 2024
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“La ragione del cibo – Leonardo Sciascia a tavola”… e non solo

“La ragione del cibo – Leonardo Sciascia a tavola” racconta l’uomo prima che lo scrittore

e pone una tema di indubbio interesse: un terzo del cibo prodotto nel mono viene sprecato.

 Eppure il 12 per cento della popolazione muore di fame

Lillo Alaimo Di Loro racconta Leonardo Sciascia. Lo fa da una prospettiva insolita cominciando da ciò che il grande drammaturgo amava mangiare, dalla preparazione dei suoi piatti preferiti che, soprattutto nelle calde serate estive, amava condividere con i suoi amici. Storia e tradizione che offrono una chiave di lettura diversa utile a “comprendere la dinamiche sociali e culturali di una sicilianità ancora da esplorare del tutto”.

Tutto raccontato nel libro “La ragione del cibo – Leonardo Sciascia a tavola” frutto di una conversazione tra l’autore, Lillo Alaimo Di Loro, e Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia. Edito da Salvatore Sciascia.

Si scopre così che Sciascia “accompagnava i pasti con acqua naturale e caffè forte a pranzo” che “il rapporto con il vino era di profonda stima. Più che altro di tipo estetico”, a Natale a tavola non poteva mancare “il brodo di galletto o di gallina con pastina” ed era ghiotto di “fichi, di cui era quasi un cultore”.

Accanto alla figura di Leonardo Sciascia a tavola, Lillo Alaimo Di Loro associa il tema del cibo e dell’alimentazione legato “alla fame nel pianeta a causa del mancato accesso al cibo delle oltre ottocento milioni di persone che ogni ano muoiono di fame”.

“Di cibo si vive o si muore – afferma Lillo Alaimo Di Loro – Non tutti gli uomini della terra hanno diritto al cibo pur essendo un bene disponibile in grande quantità. Si stima, infatti, che almeno un terzo di cibo che viene prodotto nel mondo diviene spreco alimentare. Tuttavia, mediamente il 12 per cento della popolazione mondiale, dal 1851 ad oggi, non ha accesso a questa grande risorsa. Avere la spalla importante di un grande autore, qual è Leonardo Sciascia, per esplorare il rapporto tra cibo e territorio è stata per me un’occasione più che ghiotta e questo grazie alla disponibilità di uno dei nipoti prediletti da Sciascia: Vito Catalano, al quale ho chiesto qual era il rapporto tra Sciascia uomo, prima che scrittore, e il cibo. Ne è emerso un quadro bellissimo che tocca i tre periodi della sua esistenza: dal 1921 quando è nato al periodo delle due guerre, dal boom economico fino al 1989, anno in cui è morto. Oggi parliamo di modelli alimentari corretti e il cibo riacquista il suo valore culturale e racconta parte della nostra esperienza, il rapporto di amore e simbiosi con la terra. Le ragioni del cibo sono veramente tante, vanno oltre il racconto di 35 pietanze che Sciascia amava preparare fino a toccare il rapporto intimo che lo Scrittore aveva con il suo territorio. Territorio che amava sino al punto di interpretarlo nel migliore e più brillante modo possibile”.

“La ragione del cibo – Leonardo Sciascia a tavola” è stato recentemente discusso nel corso del convegno “Tra versi e pietanze prelibate A tavola con Dante e Sciascia” a cura del Consolato generale d’Italia a Parigi e dell’Accademia italiana della Cucina, nel corso della VI Settimana della Cucina italiana nel mondo, ottenendo un grande successo. Nei giorni scorsi, allo Spazio Temenos ad Agrigento, nel corso del convegno sul tema “Agricoltura, cibo e territorio”, gli studenti del liceo classico Empedocle hanno interagito con l’Autore ponendo domande qualificate che fanno ben sperare in un futuro di maggiore consapevolezza e più coraggio nella ricerca della verità oltre le apparenze. Croce e delizia del “maestro di Regalpetra”.

“La ragione del cibo – Leonardo Sciascia a tavola”. Da leggere, tutto d’un fiato.

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