mercoledì, Novembre 27, 2024
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Di Giacomo(S.PP.): “nemmeno i più macabri retroscena dell’omicidio in cella a Caltagirone scuotono la politica e le istituzioni”

“Nemmeno i più macabri retroscena che stanno emergendo dietro la morte del detenuto
strangolato in cella a Caltagirone – con il sedicente ‘ndranghetista che ha strangolato con
dei lacci il suo compagno e per due giorni ha mangiato e dormito con il cadavere dell’uomo
nascosto con il lenzuolo e due coperte – serviranno a scuotere la politica e le istituzioni dal
torpore che si registra nonostante le drammatiche emergenze del sistema penitenziario”. Lo
afferma il segretario del S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “noi non siamo più disponibili
a limitarci ad aggiornare il quotidiano “bollettino di guerra” fatto di omicidi in cella (due in
un mese), suicidi (52), 128 morti (per cause non chiare), almeno tre aggressioni ad agenti al
giorno, tentativi di rivolte. Siamo il sistema carcerario peggiore d’Europa con il pericolo
sempre imminente di ripetere la stagione delle rivolte della primavera 2020. In questa
situazione, aggravata dalla diffusione del Covid – afferma Di Giacomo – lo Stato scarica ogni
responsabilità sul personale penitenziario che, lavorando in condizioni di grande stress,
subisce aggressioni, minacce e le peggiori angherie dai detenuti specie appartenenti a clan
ed organizzazioni criminali che non hanno più nulla da temere. Il caso più significativo è
rappresentato da una trentina di agenti di Santa Maria Capua Vetere che pur non avendo
nulla a che fare con i noti fatti sono ancora sospesi dal servizio. La verità – dice il segretario
del Sindacato Penitenziari – è che la riforma della giustizia si è arenata nelle aule dei
Tribunali e non è mai entrata nelle carceri, con l’ultimo tentativo di riforma del Corpo di
Polizia Penitenziaria risale al 1990 alla legge 395 che ha introdotto qualche novità in un
avvio di processo di riforma rimasta incompiuta per la responsabilità di tutti i Ministri alla
Giustizia che hanno preceduto la Cartabia”.
“Tra le promesse contenute nell’intervento del Premier Draghi e della Ministra a Santa Maria
Capua Vetere– ricorda il segretario del sindacato penitenziari – ci sono nuove assunzioni per
la polizia penitenziaria, la costruzione di 8 nuovi padiglioni con i fondi comunitari,
programmi di formazione per il personale. È da anni che segnaliamo una carenza di
dotazione organica che va oltre 7mila nuovi posti se si vuole realmente superare le attuali
condizioni massacranti di lavoro che vanno oltre i turni senza riposo e riguardano la
sicurezza del personale penitenziario. Sappiamo bene che riaffermare la presenza dello
Stato in carcere – conclude Di Giacomo – non è facile perché c’è la necessità di resettare
tutta l’attività dei vari Ministri di Grazia e Giustizia che si sono succeduti in tanti anni. Gli
effetti di decenni di sottovalutazioni, provvedimenti scoordinati, sono a tutti evidenti. Ma ci
vuole una scossa. E subito”.

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