Resettiamo la Sicilia non è un movimento tanto meno un partito! Costituisce un manifesto, un appello ai liberi e forti, alle persone di buona volontà, ai giovani desiderosi di un futuro migliore, alle tante intelligenze di cui questo territorio dispone, alle risorse umane presenti nel mondo del lavoro, della cultura, delle professioni, del volontariato, dell’associazionismo impegnato nei versanti più variegati della nostra società.
E’ un appello alla riscossa civile che intendo lanciare a pochi mesi dalle elezioni del nuovo Parlamento e Governo regionale. Non si può più essere spettatori, bisogna essere protagonisti. La pandemia ha relegato ancor più il Mezzogiorno e la Sicilia ad una condizione di povertà, assenza di prospettive, marginalità, precarietà, per cui la reazione civica è indispensabile. Siamo peraltro prossimi al piano d’investimenti (Pnrr) più importante e strategico della storia d’Italia e d’Europa. Abbiamo il dovere di seguire, orientare, attrarre i flussi finanziari necessari per la nostra crescita.
Per far ciò non possiamo continuare ad interpretare la politica come una corsa ad accaparrarsi un seggio, una corsa a scalare percorsi personali di carriera. Non è più il tempo della politica delle carriere e delle clientele, delle promesse becere, del decadentismo del do ut des, dell’assistenzialismo infruttuoso. Questo modello di far politica va cestinato. Non c’è più tempo da perdere. Quella classe politica che da più o meno trent’anni orbita tra gli scranni dei palazzi e dei sottoboschi del potere, abile soltanto a tracciare strategie ed ad elaborare alchimie, non può ottemperare alle nuove sfide, al grido di una regione che si desertifica ogni giorno sempre di più, che vede i giovani staccare un biglietto di sola andata vero il Nord o verso i paesi esteri.. Ecco allora l’inversione di marcia necessaria! La classe dirigente siciliana merita un ricambio drastico, con volti nuovi, credibili, che interpretano la politica come sevizio concreto e fruttuoso a beneficio del territorio e dei siciliani.
Per tale motivo, necessita l’avanzamento di nuove generazioni nella corsa per il rinnovo del Parlamento della Regione.
Bisogna farlo!
Non serve a nulla la protesta retorica a mezzo social.
Bisogna lanciare un sasso nello stagno.
Il puzzo del compromesso, come diceva Paolo Borsellino, ha inguaiato la nostra terra, intrappolata tra affari illeciti e lobby, collusioni e gravi opacità istituzionali che ne hanno paralizzato l’emancipazione economica, sociale e culturale.
Bisogna portare in discarica tutto quanto c’è di illegale, ingiusto, inaccettabile, ingiustificabile.
Non servono, altrimenti, le commemorazioni retoriche dei giudici uccisi dalla mafia, i convegni, le manifestazioni scolastiche all’insegna dell’antimafia..
I martiri della mafia ci chiederebbero di cessare con questa retorica e di spazzare via con la forza della libertà e dell’onestà chi cerca di bloccare la nostra terra, chi si oppone alla sua liberazione.
Se vogliamo spezzare questa linea piatta, tutti i soggetti “LIBERI E FORTI” dovremmo con coraggio avanzare, al fine di liberare la nostra terra dall’inerzia istituzionale, dal voto interessato, dal carrierismo, dalle sabbie mobili…
Le istituzioni regionali attendono vento nuovo e con esso, un orizzonte visibile. #resettiamolasicilia