Quella di Marco Maffeis, editore bergamasco salvato dal Covid a Palermo, è stata una delle storie che ha commosso e allo stesso tempo unito l’Italia durante la prima ondata di Covid. Il coma, il viaggio d’urgenza in aereo da Bergamo a Palermo, la lotta contro il virus, le cure di medici e infermieri, il risveglio, la gioia e i ringraziamenti per essere guarito, sono stati impressi su pellicola in un cortometraggio diretto da Andrea Basile, “Ottocentonovantasei nuvole”, che a Venezia ha ricevuto il premio Nations Award.
Nei giorni della mostra del cinema, la manifestazione organizzata da EvenTao è sbarcata in Laguna per connettere Taormina a Venezia: un “ponte” tra due città-gioiello che attraverso il cinema, gli spettacoli e il loro patrimonio culturale ogni anno attirano migliaia di turisti. Dopo la kermesse di fine luglio nella perla dello Jonio, il Nations Award ha fatto così tappa a Venezia per la presentazione in anteprima di “Ottocentonovantasei nuvole”: film della durata di 13 minuti prodotto da Andrea Basile Works, Freeze Frame, Mye, Michel Curatolo e Simona Gobbi – con le musiche di Alessandro Martire – che racconta una delle pagine più emozionanti della prima fase pandemica.
Basile e Martire sono stati tra i premiati di questa edizione speciale del Nations Award, assieme all’attore Daniel Caltagirone (noto soprattutto per i suoi ruoli in The Beach, Lara Croft Tomb Raider: The Cradle of Life e nel film vincitore dell’Oscar Il pianista), all’attrice Madalina Ghenea (che ha recitato in Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino) e al calciatore francese Sebastien Frey (ex portiere di Inter, Fiorentina, Verona, Parma e Genoa). Tra i presenti anche Marco Maffeis, protagonista del cortometraggio. Durante la kermesse è stato ricordato Sebastiano Tusa, archeologo e assessore regionale, vittima nel marzo 2019 della strage aerea della Ethiopian Airlines. Alla sua memoria è stato dedicato un premio speciale, assegnato in quest’occasione all’ambasciatore Umberto Vattani, per ben due volte segretario generale della Farnersina, per le sue iniziative filantropiche.
La consegna dei premi, che si è svolta all’hotel Ca’ Sagredo, è stata condotta dall’attrice siciliana Barbara Tabita, madrina dell’evento che ha l’alto patrocinio della presidenza del Parlamento Europeo; della Regione Siciliana, grazie agli assessorati alla Salute e ai Beni Culturali; e del Comune di Taormina. La “finestra” del Nations Award, organizzata in collaborazione con l’Associazione veneziana albergatori, la Sovrintendenza del mare diretta da Valeria Li Vigni e Ocean Sea Foundation – organizzazione non governativa costituita da esperti scientifici e ambientali che lavorano per proteggere il mare e gli oceani – ha avuto anche il supporto istituzionale della senatrice Urania Papatheu (componente della commissione Ambiente al Senato).
“La storia a lieto fine del cittadino bergamasco colpito dal Covid e trasferito d’urgenza in una struttura ospedaliera di Palermo, dove è stato curato ed è guarito, conferma l’eccellenza del nostro sistema sanitario, capace di reggere l’urto anche sotto pressione. Nel periodo più buio dell’emergenza, in cui tutto il Paese era in difficoltà, la Sicilia ha mostrato anche solidarietà e coesione sociale. Il Nations Award conferito a chi ha documentato con un cortometraggio una vicenda rimasta nei cuori di tutti gli italiani è soprattutto un riconoscimento all’impegno del personale medico e sanitario che, ancora oggi, sta affrontando con grande professionalità la battaglia contro il virus”. Lo dice Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute.
“La forte connotazione sociale della manifestazione – ha detto Michel Curatolo, presidente del Nations Award – fa il paio coi temi di sostenibilità ambientale e valorizzazione del territorio portati avanti nell’edizione di quest’anno. Abbiamo deciso di dare vita a questa sorta di spin off del Nations Award a Venezia per portare fuori dai confini della Sicilia un messaggio di impegno sociale e culturale in un momento non facile come quello che stiamo attraversando a causa della pandemia. Siamo infatti convinti che il cinema e in generale tutte le forme artistiche e dello spettacolo possano servire a costruire una società più solidale e aperta al dialogo”.
Il regista Andrea Basile ha tenuto a sottolineare che, “nella sua drammaticità, la pandemia ha risvegliato le coscienze delle persone: gli operatori sanitari hanno smesso di considerare i pazienti come dei numeri e i pazienti si sono resi conto di quanto sia importante il lavoro svolto dagli operatori sanitari. Questa condivisione e comprensione emerge con forza dal film”.