“Ieri, al Dipartimento Beni Culturali, alla presenza del neo Dirigente Generale, del Capo di Gabinetto e del Dirigente dell’Unità di Staff 1 del Dirigente Generale, a seguito di una precisa richiesta del Cobas/Codir del 28 luglio scorso, si è svolto l’atteso incontro per fare il punto della situazione, sia sul mancato pagamento di quanto spettante per le prestazioni regolarmente svolte lo scorso anno e previste dall’accordo sottoscritto tra Amministrazione e Sindacati il 16 ottobre 2020, sia sulla possibilità di sottoscrizione di un accordo sindacale, per il corrente anno, in un apposito tavolo negoziale alla presenza di tutte le Organizzazioni Sindacali rappresentative, che consentirebbe al personale con attività a ciclo continuo, di superare il terzo dei festivi effettuabili nell’arco dell’anno solare”.
A dichiararlo sono Michele D’Amico responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali e Simone Romano coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir.
“Quando venerdì 6 agosto – commentano D’Amico e Romano – abbiamo denunciato la grave mancata liquidazione di quanto spettante al personale per le prestazioni regolarmente svolte lo scorso anno e previste dall’accordo sottoscritto tra Amministrazione e Sindacati il 16 ottobre 2020, qualcuno dell’Assessorato, non meglio definito, ha dichiarato pubblicamente che la questione è già all’attenzione degli uffici dell’Assessorato e che è inutile creare allarmismi”.
“Dopo l’incontro di oggi, invece, – proseguono i due sindacalisti – ci siamo resi conto di quanto grave, ingarbugliata e, sotto certi aspetti, sottaciuta nelle interlocuzioni con il Dipartimento Economia, fosse la situazione amministrativo-contabile, propedeutica alla liquidazione e all’esigibilità di quanto pattuito con accordo dello scorso anno. Un ritardo non certamente ascrivile all’attuale e neo Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali”.
“L’Amministrazione dipartimentale – continuano D’Amico e Romano – ha accusato il colpo e ha chiesto qualche altra settimana di tempo, innanzitutto per recuperare il tempo perduto e soprattutto per recuperare le risorse economiche che fino allo scorso anno erano presenti nel relativo capitolo di spesa di finanziamento dell’accordo del 16 ottobre 2020 e che, non essendo state impegnate, costituiscono allo stato attuale economie di bilancio. In alternativa, l’amministrazione ha proposto di pagare quanto spettante a ciascun lavoratore impegnato con i “Ristori” arrivati dal Ministero dei Beni Culturali ma anche in questo caso ci sarebbero dei problemi non indifferenti da risolvere”.
“Abbiamo fatto bene – concludono i due sindacalisti di Cobas/Codir e di Cu.Pa.S./Codir a denunciare l’inspiegabile immobilismo dell’amministrazione regionale, a portarlo all’attenzione di tutti gli attori coinvolti e a darne massima pubblicità sulla stampa. Abbiamo concesso all’amministrazione dipartimentale ancora un piccolo margine di credito affinché lo possa utilizzare per recuperare il tempo perduto e a porre in essere gli atti mancanti per la risoluzione della problematica, inviando apposite informative ai Sindacati, ma, allo stesso tempo, eravamo fortemente preoccupati e continuiamo ad esserlo”.