“Ecco come aiutiamo i titolari di protezione internazionale a inserirsi a Palermo”
È stato inaugurato alla Cgil Palermo il secondo “Integra Corner” del progetto Shubh, per la presa in carico dei rifugiati titolari di protezione internazionale. Lo sportello è in funzione presso l’Inca Cgil Palermo, in via Meli, 5. L’altro sportello è stato aperto nei giorni scorsi presso il circolo Arci Ikenga, in via Parrocchia dei Tartari, 54.
I due sportelli di Cgil e Arci, gestiti assieme agli altri partner della “rete” che sono Inca Cgil, Sunia, Auser, sono nati nell’ambito del Progetto Shubh, cofinanziato dall’Unione europea, e svolgeranno funzioni di orientamento, accompagnamento e supporto in favore di persone titolari di permesso di soggiorno per la protezione internazionale, che da poco hanno terminato il loro percorso di accoglienza istituzionale. Responsabili dei due punti di servizio aperti a Palermo sono Alessandra Cannizzo, per lo sportello Ikenga del’Arci, e Emanuela Bortone, per lo sportello del Patronato Inca Cgil. Il progetto, che si affianca all’attività che già ai nostri sportelli svolgiamo per la tutela dei migranti, prevede un intervento di sistema, con percorsi individuali di formazione, accompagnamento, supporto per consentire a questi soggetti, usciti dal sistema di assistenza, di potersi integrare nel modo migliore sul nostro territorio – spiega Francesco Piastra, segretario Cgil Palermo – Lo scopo è venire incontro alle esigenze primarie, come la ricerca della casa e di un lavoro, l’acquisizione di competenze linguistiche, l’orientamento, sulla base delle competenze di ciascuno. I partner di questo progetto, insieme da sempre in tante battaglie politiche, con la costituzione della rete allargata rafforzano la loro capacità di tutela e di azione per rispondere in modo concreto ai soggetti che chiedono di emanciparsi sul piano sociale ed economico per raggiungere il traguardo di una vera convivenza civile e multiculturale in città. Solleciteremo le istituzioni ad attivarsi per risolvere i tanti problemi che ancora oggi esistono e che frenano i processi integrativi. E come Cgil proponiamo di allargare la rete anche alle associazioni datoriali”.