La soluzione emersa durante l’incontro di ieri tra Musumeci e i sindaci rappresentanti dell’Ati era quella auspicata. L’avvio immediato dell’operatività di AICA, l’Azienda speciale consortile costituita pochi giorni fa con atto notarile potrà gestire il servizio idrico da subito, scongiurando la paventata emergenza idrica e sanitaria; l’intervento della Regione era indispensabile per evitare eventuali gestioni transitorie e soprattutto perché il nuovo gestore pubblico non può nascere gravato dai debiti che la curatela fallimentare deve esigere da chi li ha contratti.
Non concordiamo invece il Presidente della regione quando annuncia un intervento normativo per costituire un Ato unico regionale. Ricordiamo che una legge c’è già, la numero 19 del 2015, e che va solo applicata, come pur lentamente si sta cominciando a fare. Ricordiamo che le competenze regionali di indirizzo e di controllo sono già attribuite all’Autorità di bacino regionale; l’Autorità, che era già prevista dalla legge 19/15 una volta costituita nel 2018, ha assorbito le competenze previste all’art.2 della 19/15. Il timore è che con l’annunciato intervento legislativo si voglia invece intervenire sulle tariffe regionali, che la recente sentenza del CGA, confermando l’impianto di quella del TAR del 2020, ha dichiarato illegittime per riabilitare un ruolo di Siciliacque, gestore del sovrambito voluto da Cuffaro ed in mano per il 75% alla multinazionale francese Veolia, che la legge 19/15 assegna invece agli enti di governo d’ambito provinciali, assieme alle reti e agli impianti.
Come sempre il Forum chiede che la legge sia applicata in ogni suo articolo, compreso quello che assegna al Presidente la valutazione della sussistenza dei presupposti per la risoluzione anticipata del contratto di Siciliacque.
Si scrive Acqua e Beni Comuni, si legge Democrazia.