“Palermo tra rosa e nero”: il reportage giornalistico che Collettiva.it, la piattaforma nazionale della Cgil, dedica oggi a Palermo, città che naviga tra speranze di crescita e opere mai finite. In un video le interviste ai segretari Cgil Ridulfo, Fillea Ceraulo e Fiom Foti.
“Palermo tra rosa e nero” è il titolo del servizio di copertina che Collettiva, la piattaforma nazionale della Cgil, dedica oggi a Palermo, città di luci ed ombre, di tanti ambiziosi progetti e altrettanto lunga fila di incompiute. A descrivere la situazione, un reportage del giornalista Davide Colella che ha raccolto in un video le dichiarazioni del segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, del segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e di Francesco Foti della Fiom Cgil Palermo. Sempre in apertura, oltre al servizio su Palermo, l’intervista al segretario nazionale Fillea Alessandro Genovesi sul decreto attuativo che dà il via al Durc di congruità per le imprese e quella al segretario Fillea Cgil Sicilia Giovanni Pistorio sul Ponte sullo Stretto.
Collettiva punta i fari sulla speranze di rinascita di Palermo e sul freno rappresentato dalle troppe incompiute. “Il capoluogo siciliano guarda al futuro con un progetto che restituisce alla città il mare, il porto e i cantieri navali. Ma sono troppe le infrastrutture che necessitano di manutenzione: strade, ferrovie, ponti, viadotti – scrive Colella – A Palermo c’è fermento. In molti sono pronti a rimboccarsi le maniche per un’opera di rigenerazione urbana destinata a collegare il porto e il centro storico. L’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia occidentale ha impegnato ingenti risorse che insieme a quelle stanziate dall’Unione Europea daranno vita a nuove aree aperte alla cittadinanza: percorsi, strutture e spazi con destinazione socio-culturale e commerciale. Un orizzonte che fa ben sperare una città che – come molte altre – deve risollevarsi dalla pandemia. Allo stesso modo Palermo si trascina il malcostume del non finito. Da anni siamo testimoni di cantieri e opere ripetutamente bloccate. Una situazione che mette a dura prova la capacità di resistenza e adattamento dei suoi cittadini. Percorrere le direttrici verso Catania, Agrigento, Sciacca e Trapani può trasformarsi in un’odissea. E di fronte a un microfono le persone non aspettano altro che raccontare quello che non va”.
“A 13 anni dall’avvio dei lavori per la messa in sicurezza e il raddoppio del ponte Corleone oggi non resta che qualche impalcatura sgangherata, un lavoro mai avviato e auto in fila per chilometri. Il passante ferroviario attende da anni di essere collegato all’aeroporto. Di infrastruttura in infrastruttura, dalla città alla regione il passo è breve – denuncia il reportage realizzato a Palermo – L’autostrada per Catania è costellata di cantieri. Da anni si attende il raddoppio della ferrovia con Messina. I collegamenti fra le altre province sono semplicemente obsoleti: dalle strade alle ferrovie, dai ponti ai viadotti.
Intanto, dopo una battaglia sindacale iniziata negli anni ottanta potrebbe vedere la luce il bacino da 150 mila tonnellate dei cantieri navali. L’ultima grande fabbrica di Palermo. Una struttura adatta per portare avanti le tre missioni produttive per ogni tipo di nave: costruzione, manutenzione e trasformazione. I lavoratori attendono di toccare con mano e firmare un contratto”.