“La memoria e l’impegno a creare condizioni migliori peri lavoratori”.
Deposta ieri mattina una corona di fiori per ricordare le vittime della strage di Partinico del 22 giugno 1947. In occasione del 74° anniversario, la Cgil ha ricordato Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono, caduti sul luogo dell’eccidio in corso dei Mille, assieme a una rappresentanza della Commissione straordinaria del Comune.
Alla manifestazione erano presenti i familiari delle vittime. Sono intervenuti Totò Bono, per la Camera del Lavoro di Partinico, Dino Paternostro, responsabile dipartimento Legalità e memoria storica Cgil Palermo, e il commissario straordinario Maria Baratta, che ha annunciato la richiesta di adesione del comune di Partinico al Consorzio Sviluppo e Legalità per la gestione dei beni confiscati. Tra i presenti anche Orazio De Guilmi, storico operatore culturale del territorio.
“La Cgil di Partinico ricorda ogni anno questi avvenimenti affinché le giovani generazioni non dimentichino il sacrifici di questi concittadini per il riscatto sociale della nostra terra”, ha detto Bono.
Paternostro ha sottolineato la necessità di tenere insieme la memoria con l’impegno a migliorare le condizioni dei lavoratori. “Apprezzabile – ha detto – la scelta della Commissione straordinaria, comunicata adesso all’iniziativa della Cgil, di aderire al consorzio sviluppo e legalità. In questo modo la gestione dei beni confiscati potrà avere un maggiore impulso e garantire meglio occasioni di lavoro per i giovani”.
Nella strage, avvenuta presso la sede della Camera del Lavoro del paese, persero la vita i due dirigenti sindacali Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono e furono feriti Leonardo Addamo, Salvatore Patti e Giuseppe Salvia. Quello stesso giorno, ci furono gli assalti alle Camere del Lavoro di Borgetto, Carini, Cinisi, Monreale, San Giuseppe Jato, sempre ad opera di esecutori della banda Giuliano. A Partinico accadde il fatto più grave: le camionette dei banditi passarono lanciando bombe a mano e sparando colpi di mitra contro la sede dove erano riuniti i dirigenti sindacali. Casarrubea morì sul colpo. Lo Iacono, ferito con trenta colpi di arma da fuoco, morì dopo sei giorni di agonia in ospedale.