Al ciclo di seminari online Donne, corpi e territori si parlerà di Donne, razza e classe.
In scena in streaming con Sicilian Puppets
Series,mentre i pupi volano… in Irlanda
Una settimana ricca di appuntamenti e di riflessioni e perfino di una trasferta irlandese, quella del Museo Pasqualino, che spazia dall’importanza delle convenzioni internazionali ai temi legati alle donne e all’intersezionalità, per concludersi con la rassegna Sicilian Puppets Series, ormai appuntamento fisso e apprezzato ben oltre i confini isolani.
Si parte domani, giovedì 13 maggio alle 17 con il ciclo di seminari online “I musei della restanza. Il museo come strumento di partecipazione, conoscenza, salvaguardia e promozione dei territori” organizzato, nell’ambito del seminario permanente Etnografie del contemporaneo, dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino in collaborazione con la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (SIMBDEA) e l’International Council of Museums (ICOM Italia).
La Convenzione di Faro come strumento di costruzione del patrimonio locale sarà l’argomento trattato da Daniele Jalla. Le convenzioni internazionali sono davvero importanti? Affermano principi destinati a orientare l’azione degli Stati, la loro legislazione, politiche e comportamenti individuali e collettivi. Ma sappiamo anche che sovente sono disattese, ignorate dai più vengono presto archiviate e prese in considerazione solo dagli addetti ai lavori.
Potrebbe essere così anche per la Convenzione di Faro del 2005, ratificata l’anno scorso dall’Italia, se non ne capiamo il senso e l’importanza e soprattutto se non diventa uno strumento operativo. Doppiamente operativo: nella nostra pratica quotidiana e nella revisione della normativa e delle politiche in campo patrimoniale. Dopo averne brevemente riassunto gli aspetti principali, l’intervento metterà a fuoco in che modo questa Convenzione del Consiglio d’Europa può essere tradotta in pratica e aiutarci a innovare la normativa, ma ancor più la cultura sulla protezione e gestione del patrimonio culturale.
Daniele Jalla. Storico di formazione è stato funzionario e dirigente della Regione Piemonte e in seguito ha diretto i Musei della Città di Torino. È stato presidente di ICOM Italia e fa ora parte del suo consiglio direttivo. È docente di museologia alla Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università di Perugia, dopo aver insegnato in diversi atenei italiani legislazione e gestione dei musei e del patrimonio culturale e museografia. Nella sua attività di ricerca (in storia orale, storia della deportazione, museologia e museografia, cultura alpina e storia valdese) ha pubblicato tra saggi, articoli e volumi più di 180 titoli.
Il seminario sarà liberamente fruibile in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e su ZOOM previa iscrizione al link: https://zoom.us/meeting/register/tJcoce2upj4jHtSG2DO7rwTk3r4TJkjX9qqX .
Venerdì 14 maggio, sempre alle 17, nuova diretta streaming con il ciclo “Donne, corpi, territori”, nell’ambito di Etnografie del contemporaneo. Marie Moise parlerà di “Donne, razza e classe: alle radici dell’intersezionalità”.
“Donne, razza e classe” di Angela Davis si inscrive nella storia del pensiero femminista nero e ne costituisce una pietra miliare, dando fondamento teorico ai concetti principali di questa filosofia della resistenza, che mette radici nella storia della schiavitù, a partire dalla specifica esperienza e rielaborazione che ne hanno fatto le donne. I tre concetti che compongono il titolo dell’opera costituiscono altrettanti assi concettuali del lavoro di Davis che permette di comprenderne il significato, nella loro interconnessione, rintracciandone una genealogia comune. Su queste basi, Angela Davis propone da una parte un metodo di lettura per leggere il funzionamento complessivo del sistema di oppressione e sfruttamento e il suo “effetto combinato” sui soggetti e il loro stare in relazione; dall’altra, Donne, razza e classe propone una specifica strategia di trasformazione sociale basata su un’idea di libertà, o meglio liberazione che è collettiva oppure non è.
Marie Moise è dottoranda in Filosofia politica, redattrice per la rivista Jacobin Italia e Associated expert per Razzismo Brutta Storia. Scrive di razzismo e colonialismo da una prospettiva femminista decoloniale. È coautrice di “Future. Il domani narrato delle voci di oggi” a cura di Igiaba Scego (effequ) e di “Introduzione ai femminismi” a cura di Anna Curcio (DeriveApprodi) con il saggio “Black feminism”. Ha co-tradotto per Edizioni Alegre “Donne, razza e classe” di Angela Davis e “Femonazionalismo. Il razzismo nel nome delle donne” di Sara Farris. Attivista dello spazio Ri-Make bene comune alla periferia di Milano, si occupa dei progetti di mutuo soccorso tra donne e abitanti del quartiere per la cura condivisa dei bambini e l’autodifesa sindacale.
Coorganizzato con il Centro Zabut, in collaborazione con Non una di meno – Palermo, la Fondazione Ignazio Buttitta, l’Università degli Studi di Palermo – Dottorato di ricerca in Scienza della cultura e in Scienze umanistiche, il ciclo di seminari mira ad offrire un’occasione di confronto e approfondimento delle più recenti pratiche di decolonizzazione del femminismo. Le studiose, ricorrendo agli strumenti di indagine degli studi di genere nelle loro diverse diramazioni, offrono una riflessione a più voci sulle forme di rappresentazione del femminile e la relazione tra donne, corpi e territori.
MODULO DI ISCRIZIONE: https://zoom.us/meeting/register/tJcvf-qhqjgvG9ApakUOoBXrFPte3bvYkapB
Il seminario sarà fruibile in diretta streaming su:
FACEBOOK: https://www.facebook.com/museoantonio.pasqualino
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCB4FEyRenKlkSNrgVi-SCkw
e su ZOOM previa iscrizione al seguente link: https://zoom.us/meeting/register/tJcvf-qhqjgvG9ApakUOoBXrFPte3bvYkapB
Irlanda, una mostra su Kevin Atherton
in collaborazione con il Museo delle Marionette
I pupi del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino approdano nell’Isola di Man per la mostra Kevin Atherton: The Works, organizzata dal Manx Museum, accreditato dallo UK Arts Council, in collaborazione con il Museo Pasqualino.
In occasione del cinquantenario della carriera artistica di Kevin Atherton (Manx, 1950), il Manx National Heritage – Manx Museum dell’Isola di Man (luogo di nascita e di residenza dell’artista), ha organizzato una mostra che ripercorre la carriera dell’artista irlandese, con cui il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino ha collaborato nel 2018.
La retrospettiva è stata inaugurata il 24 aprile e potrà essere visitata fino al 20 giugno. Tra le opere esposte, i due pupi realizzati secondo le tradizionali tecniche artigianali che sono stati utilizzati per la realizzazione dell’opera In Two Minds – In Two Puppets, co-prodotta dal Museo Pasqualino.
Sicilian Puppets Series, ancora in scena in streaming
Weekend numero 15, infine, con i pupi e le compagnie di Sicilian Puppets Series, la rassegna annuale ideata dal Museo delle Marionette che vede coinvolte le 10 compagnie di Opera dei pupi della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi”.
Sono 80 gli spettacoli che, fino al 31 ottobre, verranno messi in scena in diretta streaming, gratuitamente (e in presenza non appena possibile) dai teatri stabili di Opera dei pupi e dai luoghi della cultura di cinque comuni siciliani.
Questa settimana toccherà a due compagnie palermitane Famiglia Mancuso e Franco Cuticchio Figlio d’Arte.
Link diretta streaming: www.facebook.com/museoantonio.pasqualino/
Il programma di questo weekend
Sabato 15 maggio ore 21
Fuga di Berta e Milone
Compagnia Famiglia Mancuso
Svelata la sua identità cristiana, Carlo fugge dalla Spagna e si adopera per riconquistare il suo regno, mettendo sotto assedio Parigi. Il duca Namo di Baviera, uccisi i due fratellastri di Carlo, Lanfroi e Olderigi, gli presenta la sorella Berta, ritrovata in un monastero. Carlo bandisce allora una giostra durante la quale nasce l’amore tra Berta e Milone. Durante la giostra, gli spagnoli deridono i cavalieri di Carlo per avere dimostrato scarso valore e, per dimostrare il suo coraggio a Berta, Milone decide di affrontare tutti i giostranti, sconfiggendoli. Nel frattempo, altri avvenimenti si intrecciano. Si celebrano le nozze tra Uggero e Armelina, figlia del duca Namo e nel corso di un duello tra Amone e Ginamo per amore di Beatrice, Gano di Magonza si rifiuta di posare le armi. Le sue offese contro Milone inducono così il paladino a impugnare la spada ma Gano fugge sottraendosi al duello e, con la menzogna, convince Carlo a bandire l’avversario. Milone fugge così da Parigi con la sua amata Berta.
Compagnia Famiglia Mancuso. La compagnia è nata su iniziativa di Enzo Mancuso, ultimo discendente dell’omonima famiglia di pupari che diede inizio alla propria attività a Palermo nel 1928, quando il cavaliere Antonino Mancuso, aprì il suo primo teatro dell’Opera dei pupi. Maestri del cavaliere Antonino furono il puparo Giovanni Pernice e il figlio Nino, che avevano un teatro nel quartiere del Borgo Vecchio, dove egli iniziò a fare l’aiutante all’età di dieci anni. Dopo il servizio militare e il successivo matrimonio, il cavaliere acquistò un mestiere completo e da allora si esibì non soltanto a Palermo, ma anche in vari paesi della provincia. A metà del secolo scorso, negli anni della crisi dell’Opera dei pupi, Antonino allestì un teatro itinerante sopra un camion per rappresentare gli spettacoli nei quartieri cittadini e nei paesi. Creò anche un armadio-teatro dove animava dei pupi più piccoli per esibirsi nelle case private. Le sedi più importanti dell’Opera dei pupi di Antonino Mancuso furono nel quartiere palermitano del Borgo Vecchio. Mancuso apportò alcune innovazioni alle armature, con elmi “alla greca” e “alla romana”. Alla realizzazione degli spettacoli partecipavano i figli Nino (papà di Enzo), Pino e Stefano.
Enzo è nato a Palermo nel 1974 ed è l’anima dell’attuale compagnia. Non si è fermato all’apprendimento delle tecniche della costruzione e della manovra, ma ha approfondito lo studio di antichi canovacci e perfezionato la tecnica recitativa grazie alla collaborazione con il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino. Nel 2003 apre il suo teatro nello storico quartiere del Borgo Vecchio dove effettua spettacoli regolari per tutto l’anno.
Domenica 16 maggio ore 18
La Francia sotto assedio
Compagnia Franco Cuticchio figlio d’arte
A Parigi, l’imperatore Carlo Magno è preoccupato per l’assedio del terribile esercito barbaro guidato dal re africano Miriante. Carlo Magno riunisce così il Consiglio chiamando a raccolta i cavalieri più valorosi del suo esercito e comunica loro che, in assenza del Capitan generale e nipote Orlando, sarà Rinaldo, secondo paladino di Francia, a condurre gli uomini in battaglia. Al primo assalto, il nemico viene messo a dura prova dal valore dei francesi e Rinaldo, facendo breccia tra le fila, incontra il re Miriante, lo affronta in duello e lo costringe a cercare riparo nel bosco. Mente insegue il re in fuga, Rinaldo si imbatte in un terribile serpente velenoso che fa sì che Miriante riesca a fuggire. Frattanto, Malagigi, il mago difensore della cristianità, riceve la visita del diavolo Nacalone che lo informa che il nipote Rinaldo, in cerca di Miriante, incontrerà il cugino Orlando, che sta accompagnando la Principessa Angelica nelle sue terre. Tra i due, entrambi innamorati della donna, avrà luogo un duello. Malagigi parte allora per impedire lo scontro. Come predetto da Nacalone, Rinaldo si imbatte in Orlando e Angelica e ha inizio il duello. Con tempismo perfetto, il mago Malagigi riesce però a interrompere lo scontro e ricorda loro il giuramento fatto all’imperatore Carlo Magno: combattere per la difesa del regno. I due rientrano dunque in Francia dove, sprezzanti del pericolo, corrono incontro al nemico per dar prova del loro valore. Provocano all’esercito nemico numerose perdite e, nello scontro con Miriante, Orlando lo sconfigge in nome del regno di Francia.
Compagnia Franco Cuticchio figlio d’arte. Franco Cuticchio (Termini Imerese, 1964) appartiene ad una storica famiglia di pupari. Franco è attivo sul palcoscenico fin dall’età di cinque anni, quando intraprende il suo lungo apprendistato come vuole la tradizione: dando la voce ad un angioletto. A otto anni ottiene il ruolo di secondo oprante e inizia a seguire assiduamente il padre Girolamo (1933), suo maestro, in tutti i suoi spettacoli. Alla fine del 2019 Franco riapre le porte del teatro di famiglia, acquistato da Girolamo negli anni Ottanta del Novecento e chiuso dopo oltre dieci anni di attività. Oggi collaborano con lui i suoi due figli, Girolamo ed Helenia, e il padre Girolamo in qualità di presidente onorario dell’Associazione. Franco si dedica inoltre alla realizzazione delle strutture e delle macchine sceniche, alla scultura e all’intaglio del legno e alla costruzione delle armature dei pupi. Girolamo si occupa della pittura degli scenari e della realizzazione di nuovi copioni, di cui Franco cura la regia. Helenia realizza secondo le antiche tecniche gli abiti e gli arredamenti di scena. Le mogli di Franco e Girolamo, Francesca Basile e Lavinia Polizzotto, si occupano della programmazione e organizzazione di spettacoli. Ogni membro della famiglia si impegna nella recitazione e nella manovra.
L’iniziativa Sicilian Puppets Series è organizzata dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari in qualità di soggetto referente della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi – #OPERADEIPUPI.IT#” ed è finanziata dal Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo, Legge 20 febbraio 2006, n. 77 progetto The Image of Oral Thought. Per un modello di salvaguardia del teatro dell’Opera dei pupi siciliani. La manifestazione è inoltre organizzata: con il contributo di Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e Assessorato del Turismo dello sport e dello spettacolo; in collaborazione con Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici – SIMBDEA, Fondazione Ignazio Buttitta; con il patrocinio di ICOM Italia e UNIMA.
Dona al Museo delle Marionette il tuo 5×1000: il ricavato sarà destinato alle attività di restauro del patrimonio museale e alle attività della Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’opera dei pupi.