martedì, Novembre 26, 2024
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Vertenza ex Blutec, Ugl seriamente preoccupata dopo l’incontro

“Siamo seriamente preoccupati per il futuro dei lavoratori dello stabilimento ex Fiat di Termini imerese, transitati poi a Blutec, e per l’indotto in generale. Quanto prospettato oggi durante la riunione con il vice ministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde non fa ben sperare per una soluzione positiva della vicenda, relativa alla reindustrializzazione del polo industriale termitano, che dura ormai da ben 10 anni.” E’ l’amaro commento della federazione Ugl metalmeccanici, con il segretario nazionale Antonio Spera ed il segretario nazionale aggiunto e segretario regionale Angelo Mazzeo. “Sono trascorsi sei mesi dall’annuncio della nuova procedura e, pur comprendendo il cambio in corsa dell’intero Governo nazionale, ci avviciniamo alla data del 16 maggio senza alcuna chiarezza sulla reale consistenza del piano di investimenti per far ripartire la ex Blutec. In più stanno per scadere i termini per la cassa integrazione e non sappiamo ancora se c’è un margine per ottenere una proroga, nelle more della creazione al limite di una società controllata dallo Stato. In ballo c’è il destino di 700 operatori diretti e di circa 300 dell’indotto, che ormai da troppo tempo sono appesi ad un filo sempre più sottile in attesa di essere salvati. E’ assurdo che gli altri siti in Italia ex Blutec abbiano già avviato la riconversione, mentre su Termini permane l’incertezza. Abbiamo chiesto quindi al Mise un incontro urgentissimo di presenza con le segreterie nazionali dei sindacati e, successivamente, una riconvocazione della riunione con le parti presenti questa mattina. Ci appelliamo alla politica nazionale e regionale – concludono Spera e Mazzeo – perchè non vengano spenti i riflettori su questa realtà, intensificando l’attenzione verso un problema occupazionale e sociale così importante. Adesso è arrivato il momento di non mollare più la presa, per evitare in ogni modo che la fine di questa attesa si possa tramutare in opportunità concrete e non in una pesante deflagrazione delle speranze di 1000 siciliani.”

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