Nel 1978 con la legge n. 833 viene istituito il Servizio Sanitario Nazionale che ha come principio base quello di fornire l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini senza distinzioni di genere, residenza, età, reddito e lavoro, e si basa sui principi fondamentali incontestabili ed alla base di ogni società civile che stabiliscono la responsabilità pubblica della tutela della salute;
l’universalità ed equità di accesso ai servizi sanitari;
la globalità di copertura in base alle necessità assistenziali di ciascuno e secondo quanto previsto dai Livelli essenziali di assistenza;
il finanziamento pubblico del SSN attraverso la fiscalità generale;
e la “portabilità” dei diritti alla salute in tutto il territorio nazionale e relativa reciprocità di assistenza con le altre regioni.
Tutte bellissime parole e bellissimi principi sociali che avvicinano veramente la politica ai cittadini.
Purtroppo queste nobili intenzioni, con le riforme del SSN che si sono susseguite nel tempo e spacciate sempre per migliorative e in grado di razionalizzare il sistema, sono state distrutte eliminando quasi del tutto i principi sociali, morali e egualitari elencati nella legge che istituiva il SSN.
Tra le ultime norme approvate che nella realtà hanno distrutto il SSN vi è quella che ha trasformato i presidi ospedalieri in “Aziende Ospedaliere”, cioè imprese che hanno come obiettivo primario il pareggio di bilancio e non più la salute dei cittadini ed il concetto di Presidi Ospedalieri a protezione dei territori. Questo aspetto è da sempre denunciato da Rete Sociale Attiva in difesa del diritto inalienabile dei cittadini ad essere curati.
Altro colpo “mortale” al SSN lo ha dato anche la legge n.189/2012 che ha introdotto l’idea di autorizzare i medici ospedalieri a svolgere “visite private” ed a pagamento, all’interno delle “Aziende Ospedaliere”, legge che porta nella sua prefazione, offendendo l’intelligenza degli italiani, l’”idea” di voler “promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute” introducendo il sistema delle visite mediche intramurarie.
Dal 2012 ad oggi la realtà è totalmente diversa rispetto alle “ci auguriamo” buone intenzioni dei legislatori di allora.
Oggi i cittadini, che vengono a trovarci nelle nostre sedi, lamentano sempre di più la vergognosa gestione delle prenotazioni per visite o peggio interventi chirurgici attraverso il SSN.
Prenotazioni che sempre più spesso rasentano il ridicolo visto che il cittadino si vede confermata la sua prenotazione fra 8/9 mesi se non peggio.
L’alternativa a quel punto rimane l’opzione della prenotazione della visita medica intramoenia, e quindi a pagamento, e quindi lo stesso operatore telefonico che prima gli confermava l’appuntamento fra 8/9 mesi, miracolosamente gli fissa l’appuntamento per l’indomani e con lo stesso medico che lo avrebbe visitato, nel rispetto delle regole del SSN, sempre fra 8/9 mesi.
Questo evidentissimo problema, nel tempo, si è ampliato ed è sempre più visto e vissuto negativamente dai cittadini che tra l’altro pagano tra le varie imposte anche quella per finanziare questo ormai irraggiungibile SSN.
Possiamo ben capire che questa organizzazione ospedaliera, “Azienda Sanitaria, visite intramurarie e visite a carico del SSN”, è regolarmente gestita ed ammessa da leggi dello Stato e che nessun operatore del “sistema” commette alcun reato, ma non possiamo più tacere che questo “sistema” è offensivo nei confronti di tutti i cittadini italiani che pagano le tasse e che di fatto vengono esclusi dai vantaggi del SSN, e costretti a rivolgersi verso il servizio sanitario privato che come un animale simbiotico vive e cresce utilizzando le strutture sanitarie ed i beni strumentali pubblici.
Non è più tollerabile apprendere che circa il 59% dei cittadini sono costretti a rivolgersi al sistema della libera professione intramuraria pur di potersi curare in tempi ragionevoli e con notevolissimi aggravi di costi e aggiungiamo noi di “rabbia sociale”.
Non è tollerabile apprendere che quasi il 50% dei medici ospedalieri hanno scelto di svolgere la libera professione intramuraria.
Questo sviluppo concreto di una legge, che sarà anche nata con nobilissimi obiettivi, non è assolutamente tollerabile per il bene dell’intera società italiana.
Rete Sociale Attiva con questo non vuole certamente “colpevolizzare” quei medici che hanno scelto questa opzione, la legge lo permette ed è corretto adeguarsi ad essa, ma sicuramente vuole denunciare una legge che va sicuramente cambiata e anzi dopo questa esperienza fallimentare, ci auguriamo che si faccia tesoro di questi errori e si trovi una soluzione in grado di accorciare sensibilmente i tempi di attesa per le visite e gli interventi chirurgici nell’ambito del nostro SSN.
Bene ha fatto il Presidente della Regione Siciliana On. Musumeci con l‘Assessore alla Pubblica Istruzione On. Lagalla a chiedere di togliere il numero chiuso alle facoltà di medicina delle Università Siciliane affinchè si possa programmare, nel tempo, un maggior numero di medici necessari ad eliminare le vergognose code di attesa per le visite mediche.
Ci auguriamo che questa iniziativa venga fatta propria anche dal Governo Nazionale e venga divulgata su tutto il territorio italiano.