Le coste della Sicilia sud-orientale potrebbero subire una progressiva sommersione, con una perdita presunta di circa 10 kmq di superficie nel 2100, a causa dei cambiamenti climatici del pianeta. E’ quanto emerge dallo studio realizzato nell’ambito del progetto Pianeta Dinamico che il ministero della Ricerca e dell’università ha finanziato all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia svolto dall’Ingv con l’università Aldo Moro di Bari, quella di Catania e l’olandese Radboud e pubblicato sulla rivista internazionale ‘Remote Sensing’.
“Sappiamo che dal 1880 in poi il livello marino ha iniziato ad aumentare di 14-17 centimetri, ma oggi sta accelerando e sale alla velocità di oltre 30 cm per secolo – spiega Giovanni Scicchitano, associato di Geomorfologia a Bari – e in particolare, se non verranno ridotte le emissioni di gas serra, il livello del mare potrebbe salire anche di 1,1 metri nel 2100 e di vari metri nei due-tre secoli successivi”. “Abbiamo calcolato le proiezioni dell’aumento del livello marino – sottolinea Marco Anzidei, ricercatore dell’Ingv e primo autore della ricerca – per differenti scenari climatici e sulla base di vari parametri, tra cui l’espansione termica del mare, la fusione dei ghiacci continentali, la concentrazione di gas serra in atmosfera e, infine, i movimenti verticali del suolo. Insieme ai ricercatori Ingv Cristiano Tolomei, Christian Bignami ed Enrico Serpelloni, abbiamo valutato le deformazioni del suolo con dati spaziali delle aree che saranno potenzialmente allagate nel 2050 e nel 2100, valutando gli scenari in sei zone costiere”.
“I risultati per la piana di Catania – rivela Carmelo Monaco, ordinario di Geologia strutturale a Catania – indicano che, nell’area compresa tra i fiumi Simeto e San Leonardo, la perdita di territorio al 2100 sarebbe considerevole, con il mare che invaderebbe la zona depressa per diverse centinaia di metri. Nel porto di Augusta alcune aree industriali potrebbero essere coinvolte. Il porto di Siracusa è l’area che più soffrirebbe di un potenziale innalzamento del livello del mare al 2100: l’area della foce del fiume Ciane potrebbe essere invasa dal mare per una estensione fino ad 1 km nell’entroterra rispetto l’attuale linea di riva. Le Saline del fiume Ciane, attualmente Riserva Naturale Orientata e che negli ultimi anni hanno già subito un arretramento misurato da dati satellitari di circa 70 metri, verrebbero totalmente sommerse. Sorte simile potrebbe toccare alla Riserva di Vendicari, le cui aree umide potrebbero sparire lasciando sparse isole relitte”.