lunedì, Novembre 25, 2024
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Sguardo al 2050: I “megatrend” e la loro visione del nostro futuro

“I megatrend sono un insieme di potenti forze di cambiamento sociale, demografico, ambientale e tecnologico che stanno trasformando il nostro mondo”.

I “megatrends” principali che il pianeta Terra dovrà affrontare da qui al 2050, individuati dai ricercatori dell’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), hanno e avranno quindi effetto sulla vita di tutti i giorni.

L’aumento diretto della qualità di vita ci porta ad analizzare il primo di questi, cioè l’incremento dell’età media e della popolazione anziana nel mondo, con un riscontro più immediato nei paesi dalle economie più sviluppate. Questo porterà però un maggior intervento di spesa nella sanità pubblica e un aumento del fattore di rischio per le malattie potenzialmente letali per la fascia più anziana, così come l’attuale situazione pandemica sta evidenziando.

Il secondo “megatrend” è l’aumento della domanda di energia derivata da idrocarburi e gas naturali, che potrebbe portare ad un maggior controllo di quelle porzioni del pianeta che ne sono più ricche, a diretto discapito delle popolazioni locali, attraverso il probabile utilizzo della deterrenza militare come giocoforza per il controllo delle estrazioni.

Il terzo “megatrend” è l’espansione dei rapporti finanziari e commerciali e dell’interscambio mondiale di prodotti e servizi, che da qui al 2050 aumenterà di 150trilioni di dollari. Non sarà un aumento costante in tutti i paesi del mondo e si può anche costatare come lockdown in determinati paesi non abbiano rallentato il processo in generale.

Il quarto “megatrend” ha a che fare con un pianeta sempre più interconnesso che se, in situazioni di emergenza (come quella scatenata dal Coronavirus) porta ad avere una maggiore banda di connessione internet, un più facile accesso a esso e, di conseguenza, a poter aggirare i rapporti ei servizi che prevedono l’essere fisicamente presenti, dall’altro avviano ad una guerra commerciale per il controllo dei cavi di connessione e dei satelliti di trasmissione del segnale.

Il quinto “megatrend”, causa di punti già osservati e che seguiranno, è l’aumento esponenziale del fabbisogno mondiale alla vita che, nel 2050, viene stimato come equivalente al consumo di due pianeta Terra: l’essere umano consuma più di quello che il pianeta Terra produce.
Il sesto “megatrend” vedrà invece una maggiore urbanizzazione. A discapito di quello che stiamo vivendo in Europa, causa Covid, con la volontà di allontanarsi dai centri abitati alla ricerca di una vita più tranquilla e di possibilità di spazi più ampi, nasceranno e si svilupperanno nuove megalopoli, città con più di 10milioni di abitanti.

Ad un aumento della domanda di energia, si verrà a produrre il settimo “megatrend”, ovvero la scarsità di risorse naturali, iniziando dalla difficoltà di reperimento di risorse idriche. Cambierà probabilmente anche la governance mondiale, l’ottavo “megatrend”, dove le economie emergenti (definite E7) prenderanno il posto di paesi guida degli stati facenti parte l’odierno G7. Il Coronavirus sta forse accelerando questo processo, permettendo agli stati meno democratici di prendere decisioni più illiberali per uscire più rafforzati, e più velocemente, dalla pandemia, anche a
fronte di maggiori costi in termine di vite umane.

Il nono “megatrend” ha a che fare con qualcosa che già viviamo, e vivremo sempre di più, cioè una maggiore robotizzazione del lavoro e dei servizi offerti a causa del perfezionamento dei sistemi ad intelligenza artificiale, che causerebbero sì una riduzione di lavori tradizionali, ma comporterebbero anche la nascita di nuove figure a maggiore competenza professionale. Uno sviluppo necessario che ha già dato vita e potenzierebbe, ad esempio, tecniche di telemedicina, con diagnosi a distanza dei pazienti e di più immediati riscontri nell’individuare determinate patologie.

Il decimo “megatrend” e argomento d’eccellenza nelle discussioni delle nazioni più ricche è, ovviamente, la lotta al cambiamento climatico. Anche se il Covid-19 ci avesse fatto riscoprire la bellezza di respirare un aria più pulita (se abitanti di città tipicamente inquinate), il barlume di speranza viene immediatamente spento confrontando le previsioni degli esperti che vedono, al 2050, l’innalzamento della temperatura media globale di 1,5 gradi Celsius, con tutte le conseguenze che essa provocherebbe come lo scioglimento della calotta polare artica, l’estinzione di piante essenziali
al sostentamento umano, aumento delle migrazioni.

L’assenza generalizzata di questo tipo di discussioni, all’interno delle varie compagini politiche nazionali e sovranazionali, arrecano inquietudine e preoccupazione nei cuori dei cittadini del mondo.

di Marco Martinico

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