L’Istat ha reso noti i dati provvisori relativi all’occupazione nel mese di dicembre. Il tasso di disoccupazione a fine anno è salito al 9%, nonostante il freno messo dalla cassa integrazione e dal blocco dei licenziamenti.
Gli occupati dunque sono diminuiti di 101.000 unità. La maggior parte di coloro che hanno perso il lavoro (99.000 unità) è costituita da donne. Dai dati Istat emerge dunque chiaramente come siano proprio loro a soffrire maggiormente gli effetti della crisi economica. Solo 2000 unità invece gli uomini.
Complessivamente, nell’arco dell’anno, hanno perso il lavoro 444.000 persone (-1,9% rispetto al 2019): 312.000 donne e 132.000 uomini.
I settori più compiti sono quelli legati al commercio, al turismo o al tempo libero, pubblici esercizi, lavoratori autonomi o temporanei.
A dicembre i lavoratori autonomi sono diminuiti di 79.000 unità: si tratta di ben l’80% a fronte di un calo dei lavoratori dipendenti di 23.000 unità.
In tutto il 2020, gli indipendenti sono scesi di 209.000 unità.
In confronto al 2019, nel 2020 si registrano 393.000 lavoratori a termine in meno, a fronte di un aumento di 158.000 unità di quelli permanenti, dovuto però al blocco dei licenziamenti. Bisognerà dunque capire cosa accadrà anche quando il blocco verrà tolto.
La disoccupazione giovanile tocca invece il 29,7% (+0,3