Arriva un nuovo tassello a protezione del agroalimenare italiano.
Entrano in vigore oggi, 1° febbraio, le nuove regole per le etichettature dei salumi per i quali è stato introdotto l’obbligo di indicare anche la provenienza della carne. Le modalità sono simili a quanto avviene già per la pasta, il latte, il pomodoro e il riso.
Da oggi dunque consumatori potranno dunque distinguere gli insaccati che vengono prodotti in Itala con carni italiane da quelli prodotti con carne proveniente da altri Paesi. Per ogni prodotto bisognerà infatti indicare il Paese di nascita dell’animale, quello di allevamento e di macellazione.
Se gli animali sono nati, allevati e macellati sempre nello stesso Paese potrà essere usata la formula “Origine” seguita dal nome del Paese in questione. Per la carne prodotta interamente in Italia, ad esempio, si troverà l’indicazione “Origine Italia”o “100% italiano”.
I consumatori potranno invece trovare in etichetta le formule Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE” a seconda che la carne sia stata prodotta in uno o più stati europei o extra-europei.
Una forma di trasparenza che lascia al consumatore la libertà di scegliere cosa consumare.
La nuova etichettatura è stata introdotta attraverso il decreto del 6 agosto scorso e doveva entrare in vigore a metà novembre ma il Ministero dello Sviluppo economico aveva poi concesso una proroga per dare modo a tutti di adeguarsi alla novità soprattutto a causa delle difficoltà logistiche riscontare a causa delle limitazioni di questi mesi.
La nuova etichettatura rappresenta anche un sostegno alle aziende italiane: un settore che, secondo le stime di Coldiretti, prima del Covid raggiungeva un fatturato di 20 miliardi di euro e che dava lavoro a circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione.
Come molti altri, anche questo comparto ha subito l’effetto delle restrizioni anti-Covid e della chiusura della ristorazione.