La Federazione dei Movimenti e Centri di aiuto alla Vita della Sicilia esprime solidarietà a Padre Bruno De Cristoforo, sottoposto ad incredibili attacchi per avere sostenuto una analogia tra lo sterminio della Shoah e quello dei bambini non ancora nati, che in “numero sterminato” (così diceva Giovanni Paolo II nella preghiera finale della Evangelium Vitae) vengono privati del diritto alla vita a causa dell’aborto. Mai e poi mai per noi le madri sono carnefici da associare a quelle di un olocausto, e neanche Padre Bruno ha detto questo: esse, come accadde nei campi di concentramento sono vittime di un marchingegno diabolico che oscura il volto del figlio e lo rende invisibile. Ma oggi la scienza ci dice il contrario.
(https://www.documentazione.info/che-cosa-e-lembrione-parola-alla-scienza)
Anche Papa Francesco ha usato parole molto forti per parlarne: “La terza settimana, quasi la quarta, ci sono tutti gli organi del nuovo essere umano nel grembo della mamma, è una vita umana. (…) È giusto cancellare una vita umana per risolvere un problema, qualsiasi problema? No, non è giusto. È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? ” (Papa Francesco, Angelus 10 mar 2018)
Come diceva Madre Teresa nell’aborto le vittime sono due: il bambino e la sua mamma.
Noi stiamo accanto alle madri che chiedono aiuto per trovare il coraggio di accogliere la vita e sorridere insieme ai loro figli. Mai abbiamo forzato una donna a diventare mamma. E lo dimostra il fatto che in quarant’anni e in tutti i 500 centri in Italia, mai una mamma è tornata indietro scontenta di aver accettato il proprio figlio.
Noi stiamo dalla parte dei bambini. Anche i bambini non nati sono esseri umani. E se gli esseri umani sono tutti uguali, dobbiamo lottare per la vita di tutti, anche la loro. Non possiamo smettere di pensare ai poveri esseri umani indifesi, innocenti, senza voce, ai quali nessuno pensa e per questo ci sentiamo solidali con Padre Bruno e con tutti quelli che si impegnano per scuotere le coscienze e per strapparne anche solo uno alla morte.
Noi vogliamo rendere inutile la legge 194/78, la vogliamo svuotare di significato e siamo sicuri che in futuro (ci auguriamo più presto possibile) si guarderà a questa legge come assurda e ingiusta.
I nostri centri stanno dalla parte delle madri che sole, abbandonate, condizionate, si vedono costrette a fare la scelta che mai farebbero se solo trovassero uno sguardo di comprensione e un aiuto.
Stiamo anche accanto alle madri che hanno abortito e che si rivolgono ai nostri centri per essere confortate e aiutate a superare quella che molti ignorano, la sindrome post aborto, che tanto incide nella loro vita successiva e impedisce loro di essere ancora felici.