L’agricoltura italiana si classifica anche nel 2020 prima in Europa per valore aggiunto con 31,3 miliardi di euro davanti a Francia (30,2 miliardi di euro) e Spagna (29,3 miliardi di euro), secondo i dati Istat relativi al 2020.
Mentre la graduatoria del valore della produzione a prezzi correnti vede la Francia al primo posto con 75,4 miliardi di euro, seguita da Germania con 56,3 miliardi di euro, Italia (56,1 miliardi di euro) e Spagna (53 miliardi di euro).
Riguardo all’impatto della pandemia da Covid-19 sull’agricoltura europea, spiega l’Istat, “dalle prime informazioni sembrerebbe emergere come in questo contesto abbia pesato il drastico ridimensionamento delle attività di interscambio commerciale e la difficoltà di collocamento di molti prodotti sui mercati, con un conseguente crollo dei prezzi. Segnalazioni in tal senso sono pervenute per la produzione di patate e gli allevamenti di suini in Germania, per gli allevamenti di visoni in Danimarca e per il florovivaismo nei Paesi Bassi”.
Secondo la stima preliminare dell’andamento del settore agricolo per il 2020, diffusa dall’Istat, nell’Ue27 il comparto agricolo ha fatto registrare un decremento del volume della produzione dell’1,3%. Limitando l’analisi ai principali Paesi, precisa l’istituto, il calo più vistoso si è avuto in Romania (-20,1%) e perdite consistenti hanno interessato Italia (-3,3%), Francia (-2,6%) e Ungheria (-2,1%). Il volume della produzione è risultato, invece, in crescita in Polonia (+4,4%), Spagna (+1,8%) e Danimarca (+1,2%). Per quanto riguarda i prezzi alla produzione (misurati in termini di prezzo base) sono risultati in flessione per il complesso dell’Unione europea (-0,3%). Le contrazioni più rilevanti hanno interessato Germania (-4,4%), Paesi Bassi (-2,9%) e Polonia (-2,5%) mentre incrementi dei prezzi sono stati registrati in Romania (+7,7%) e Ungheria (+6,3%).