La Sicilia è maglia nera in Italia per la perdita di acqua potabile. Secondo l’Istat in media nell’isola si disperde il 50% delle immissioni nelle reti idriche, con punte del 54,60% a Palermo. Eppure, nonostante questi disservizi, le tariffe dei consumi continuano a rimanere fra le più alte d’Italia. “Siamo di fronte a una fotografia impietosa – afferma Franco Parisi, segretario generale della Femca Cisl Sicilia – che noi denunciamo da tempo, frutto di una gestione meramente politica e mai industriale delle società che erogano il servizio. Siamo stati i primi a chiedere una riforma del settore e adesso che il governo Musumeci ha annunciato un Ddl specifico, chiediamo con forza di essere coinvolti nell’iter legislativo”. La Femca Cisl da anni pone l’accento sulla necessità di riorganizzare il servizio idrico integrato nella regione, “dove ancora – sottolinea Parisi – vigono leggi e comportamenti in contrasto con le norme nazionali e comunitarie ”.
“ Il risultato – aggiunge Parisi – è una disomogeneità normativa che rende possibile la coesistenza di molteplici soggetti gestori in un generale quadro di confusione che impedisce il corretto utilizzo dei fondi Ue. È indispensabile un’autorità unica regionale”.
Secondo Femca Cisl “una delle principali cause delle carenze del settore idrico in Sicilia, è l’aver privilegiato le scelte politiche invece che il criterio delle capacità gestionali. “Alla guida delle Spa pubbliche – chiosa Parisi – sono stati indicati manager selezionati per appartenenza e non per competenza. Questa gestione politica più che industriale ha determinato una situazione di estrema criticità e la perdita di innumerevoli occasioni di rilancio”. La Femca Cisl cita quale esempio di opportunità perdute, i fondi sulla depurazione che non stati impiegati. “Negli anni si è accumulato un incredibile ritardo in questo ambito – prosegue Parisi – con il risultato che da un lato c’è stato il disimpegno delle risorse e dall’altro pesantissime infrazioni da parte dell’Unione Europea che ha comminato all’Italia multe salatissime”. Per la Femca Cisl Sicilia, “è ora di voltare pagina e se si vuole farlo seriamente, con una riforma efficace e compiuta, è indispensabile coinvolgere le forze sociali che hanno più volte avanzato proposte concrete. Il governo Musumeci ci convochi e si faccia promotore della nostra partecipazione all’iter parlamentare sul Ddl del settore idrico”.