Cinà, Cgil: “Bene la presentazione degli interventi. Ora rafforziamo le misure inclusive anche per i nuclei in povertà che non percepiscono il reddito di cittadinanza, per riequilibrare la platea”.
Si è svolta a Bagheria la conferenza di servizio del distretto 39 per illustrare il programma che consentirà di attivare i fondi del piano regionale di contrasto alla povertà 2019. A novembre la Regione ha sbloccato 49 milioni di euro, assegnati alla Sicilia dal ministero del Lavoro, presso cui è stato istituito il Fondo per la povertà.
Il termine per presentare i piani di attuazione per gli interventi e i servizi sociali in favore dei soggetti più fragili è in scadenza. I comuni che fanno parte del distretto socio sanitario 39, Bagheria, S. Flavia, Casteldaccia, Altavilla, Ficarazzi hanno illustrato in conferenza di servizio il loro piano di azione locale per la programmazione delle risorse del Pal 2019 che, tra le spese ammesse a finanziamento, prevede il rafforzamento del servizio sociale professionale, i tirocini finalizzati all’inclusione sociale e all’autonomia delle persone, il sostegno socio educativo domiciliare e territoriale, l’assistenza domiciliare socio assistenziale, il sostegno alla genitorialità, il servizio di pronto intervento sociale.
“E’ importante che il distretto, con capofila Bagheria, si sia attivato per l’utilizzo di questo capitolo di risorse per la lotta contro la povertà – dichiara Adele Cinà, responsabile Cgil Camera del Lavoro Bagheria – E’ stato illustrato un intervento che, per sua natura, deve rientrare dentro precise linee guida ma che è stato congegnato per procedere in armonia con la programmazione del 2018 e con quanto contenuto nel Piano di Zona del distretto. Una modulazione che dovrebbe evitare azioni che si duplichino inutilmente. Abbiamo comunque chiesto all’assessore alle Politiche sociali, alla luce della peculiarità dell’intervento, legato alla quota servizi del Fondo Povertà, che ha quindi come bacino solo i percettori del reddito di cittadinanza, di trovare altre risorse da altri fondi, rimodulando gli interventi, da destinare a una platea che vede in condizioni di povertà educativa, economica e sociale anche nuclei familiari che non percepiscono il reddito di cittadinanza, per riequilibrare gli aiuti”.