Aiello e Gatto : “Supportano i medici e stanno a stretto contatto con l’utenza. Corrono lo stesso rischio di contagiare il Covid”.
“Il Piano ha individuato tra le categorie da vaccinare in via prioritaria gli operatori sanitari, sia pubblici che privati accreditati che, operando in prima linea, corrono un rischio elevato di esporsi all’infezione da Covid 19. Purtroppo però questa categoria non include le lavoratrici e i lavoratori che, svolgendo la propria attività negli studi dei medici di famiglia, si trovano anch’essi esposti supportando il lavoro dei medici e operando a diretto contatto con l’utenza”.
E’ questo il contenuto di una lettera che la Filcams Cgil Palermo ha scritto al premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza, oltre che al presidente Musumeci, all’assessore Razza e al commissario per l’emergenza Costa, per rivedere le priorità di vaccinazione previste dal Piano strategico per le vaccinazioni anti Sars-Cov-2/Covid-19 e prevedere un correttivo che possa includere anche questi lavoratori.
La Filcams Cgil Palermo ha raccolto in questi giorni la protesta degli assistenti che operano a fianco di medici di famiglia e negli studi di pediatri, dentisti, otorini, oculisti, esclusi dalle vaccinazioni. Si tratta di almeno 1.500 operatori tra Palermo e provincia, ai quali non viene applicato il contratto di lavoro della sanità pubblica o privata bensì quello degli studi professionali.
“Questi lavoratori, che operano in prima linea, ricevono l’utenza e stanno nelle sale d’attese con i pazienti – dichiarano il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria Filcams Cgil Palermo Alessia Gatto – ricoprono un ruolo fondamentale per l’intera comunità e corrono il medesimo rischio di esposizione al virus e al contagio dei medici di famiglia e degli operatori sanitari e parasanitari. Chiediamo che la loro salute sia salvaguardata come quella di tutti gli altri, al fine di evitare una netta disparità fra lavoratori afferenti al sistema sanitario, para sanitario e sanità privata, sancendo una differenza tra lavoratori cosiddetti di serie A e di serie B, nonché per scongiurare gravi difficoltà all’assistenza sanitaria, in quanto questi operatori fungono da fondamentale collante tra medico e paziente. Non possono essere trattati diversamente dagli altri. Chiediamo venga data loro la giusta priorità, come e quanto quella data agli altri”.