«E’ stato un incontro utile adesso ci aspettiamo che, dopo 5 lunghi anni, la gestione idrica in provincia di Caltanissetta possa finalmente avere l’auspicata accelerazione chiarendo tutti gli aspetti organizzativi nonché quelli connessi a tariffe e investimenti». Intervengono così Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl, Uil della provincia nissena, sul confronto in videoconferenza avuto con il direttore generale dell’A.T.I. Tonino Collura e il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, presidente dell’A.T.O. CL 6.
«Non è mai troppo tardi – dicono Giudice, Gallo, Mudaro – ma adesso bisogna entrare nel merito delle scelte gestionali per salvaguardare gli investimenti ed evitare che le tariffe siano un autentico salasso per i cittadini. Ci sono 60 milioni di euro di denaro pubblico disponibile per intervenire e ammodernare il servizio di erogazione idrica agendo sulle condotte e assicurando la manutenzione ordinaria e straordinaria dei depuratori. Sono somme in grado di ristorare l’economia dei territori e offrire un reale sbocco occupazionale in questo drammatico momento. Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere come e quando si interverrà nonché a quanto ammonterà la quota degli investimenti privati in compartecipazione. Questo è un aspetto per nulla trascurabile, da ponderare perché può avere pesanti ricadute sulla determinazione del nuovo prezzo dell’acqua».
Giudice, Gallo, Mudaro vogliono scongiurare che alcuni costi indiretti vadano a gonfiare le tariffe. «Purtroppo – evidenziano – la provincia di Caltanissetta è povera di fonti idriche. E’ costretta a comprare l’acqua da Siciliacque che rifornisce Caltacqua. Tale passaggio costituisce una significativa componente dei 70 centesimi pagati a mc, prezzo, sul quale ricade anche la quota degli investimenti pubblici e privati che fanno capo alla gestione del sistema idrico integrato. In previsione delle nuove articolazioni del servizio di erogazione idrica, proprio su questo passaggio vigileremo per evitare che ai cittadini venga chiesto di pagare bollette esorbitanti emesse per ripianare eventuali e inaccettabili sprechi gestionali. In tale contesto la regione Sicilia ha un ruolo fondamentale nel calmierare il costo di approvvigionamento avendo il potere di rivederlo al ribasso qualora dovesse risultare economicamente insostenibile».
«La pandemia – concludono Giudice, Gallo, Mudaro – ci lascerà un profondo disagio sociale ed economico il nostro compito è collaborare con enti e istituzioni per alleviare le difficoltà dei cittadini e mettere i beni primari al riparo di superficialità e disattenzione. Per questo, i comuni che fanno parte dell’A.T.I., inizino collettivamente a pensare al nuovo piano d’investimenti. Il 2021 è alle porte stracarico di emergenze ed esigenze».