La soluzione è Iliad. Bisogna sciogliere immediatamente i contratti di abbonamento con le aziende fornitrici di traffico mobile (e perché no? anche fisso) voce, internet e sms, e – al massimo – dare al politico o al dipendente 8 euro di rimborso per spese telefoniche (tariffa Iliad, N.d.R.) dichiara il Critico d’Arte Paolo Battaglia La Terra Borgese Coordinatore Territoriale del Movimento degli Elettori con Sede a Roma.
Era il 17 Settembre 2018, e la pandemia era ancora sconosciuta al mondo – riflette il Critico d’Arte Paolo Battaglia La Terra Borgese, e il capo del Governo Conte per la sua manovra dichiarava agli italiani: “Per la crescita tagliare gli sprechi”. E Salvini: “Rispetteremo le promesse”. E Di Maio: “Pronti a scelte coraggiose”.
A margine di quel vertice di Governo svoltosi a Palazzo Chigi il premier aveva infatti dichiarato: “Ci siamo soffermati sull’analisi degli sprechi da tagliare ai fini della riqualificazione della spesa pubblica e sulle possibilità di un rilancio della crescita attraverso i punti qualificanti del contratto di governo”, aggiungendo che l’incontro è stato “bello e proficuo”, finalizzato a “far crescere l’economia italiana (senza regali alla Renzi) rispettando gli impegni presi con tutti”.
E un anno prima fanpage.it avvertiva: “I dipendenti pubblici che possiedono un cellulare in abbonamento a carico dello Stato nel corso degli anni hanno “bruciato” quasi otto milioni di euro in servizi porno, abbonamenti a “Serie A Tim”, oroscopi a pagamento e televoto a Sanremo e Miss Italia”. Deliberatamente o per sbaglio la sostanza non cambia.
E cosi dichiara all’Adnkronos Roberta Angelilli (Fdi) il 30/11/2020, in merito ad altre faccende del premier Giuseppe Conte: “E credo che il Presidente del Consiglio debba chiarire la vicenda visto che da sempre si professa avvocato del popolo e fa parte di un partito che dice di combattere gli abusi e gli sprechi“.
Senza tirare in ballo Einstein – sorride il Critico d’Arte – chiunque, qualsiasi essere umano dotato di senno, è in grado di comprendere che i c.d. telefonini di Stato, o delle Regioni, o delle Province, o dei Comuni ecc., sono frutto della più pura follia. Nemmeno nell’epopea dei Dipiciemme, in mezzo a mille decisioni, se ne trova una così semplice ed elementare in tal senso.
“Il nostro Presidente del Consiglio puntualizzava – lo abbiamo detto – conclude Paolo Battaglia La Terra Borgese -: ‘senza regali alla Renzi’. Ma sembrerebbe che il nostri Governi, nazionali e periferici, compreso quello del Premier Giuseppe Conte, in fatti di regalie siano dei veri e propri luminari. Non potrebbero spiegarsi altrimenti le folli bollette dei telefonini di Stato. Con quei soldi si potrebbero finanziare la cultura e le maestranze locali dello spettacolo che soffrono fortemente della crisi covidana”.