Ha mancato di rispetto alle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, che non sono state minimamente considerate, come se queste non fossero elementi basilari ed essenziali del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Consiglio Nazionale di Federazione Fsi-Usae riunito in videoconferenza ha ratificato la linea suggerita dai coordinamenti di categoria e deliberata dalla Segreteria Generale in ordine al disegno di legge di bilancio 2021 e avallando lo stato di agitazione e la mobilitazione dei lavoratori della sanità.
Il Segretario Generale ha quindi firmato ed ufficializzato alle controparti una nota, durissima, contenente un atto di accusa al Governo, che ha mancato di rispetto alle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione, della Prevenzione, professioni che non sono state minimamente considerate, come se queste professioni non fossero elementi basilari ed essenziali del Servizio sanitario nazionale introducendo esclusivamente disposizioni in materia di indennità di esclusività della dirigenza medica e in materia di retribuzione degli infermieri.
La nota è stata anche l’occasione per ribadire che il sindacato Fsi-Usae, in più occasioni, con note indirizzate direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri Conte ed al Ministro della Salute Speranza (note del 9 marzo, del 30 settembre e del 29 ottobre 2020) e con documenti pubblici quali il proprio “Decalogo per la ripresa economica, la riorganizzazione del Ssn e per la tutela della salute pubblica in Italia” ha avanzato proposte per la tutela fisica, giuridica ed economica degli operatori sanitari, oggetto di una vera strage da covid-19, fornito indicazioni di concrete soluzioni per le carenze organizzative che si sono create nella sanità italiana con la stagione della “spending review” e dei tagli alla spesa che hanno portato anche ai commissariamenti delle Regioni.
“Noi avevamo chiesto l’adozione di un piano di immediata assunzione di personale a tempo indeterminato in deroga ad ogni blocco e delle indennità per il riconoscimento della specificità di tutte le professioni sanitarie impegnate nel covid-19, non solo per alcune; la mobilitazione è scontata.” puntualizza Adamo Bonazzi che aggiunge anche: “Desideriamo anche il finanziamento della revisione del sistema di classificazione professionale del personale dei ruoli sanitario, socio-sanitario, tecnico ed amministrativo del comparto della sanità pubblica nonché la direttiva per un contratto collettivo nazionale integrativo del Ccnl 2016-18 che ne recepisca i benefici con effetto immediato. L’attuale classificazione, infatti, adottata oltre venti anni or sono, non è più idonea a governare un sistema complesso che, nel medesimo arco di tempo, è profondamente mutato nel contesto, nella qualità e nelle competenze dei professionisti che vi operano”.