Il Governo ancora una volta colpevolizza il comparto dei regionali quale causa dell’inefficienza della macchina amministrativa, salvando, a quanto pare, solo la dirigenza. Questo è ciò che appare dalla relazione della performance appena approvata dal Governatore.
Secondo il “teorema Musumeci” gli obiettivi che sarebbero stati raggiunti vanno imputati esclusivamente a una parte della dirigenza, mentre il resto del personale è responsabile di tutto ciò che è negativo. Nell’analisi della situazione non si evidenzia, INVECE, il reale utilizzo del personale delle Categorie “A” e “B” in catego- rie superiori e la mortificazione giuridica delle categorie “C” e “D”.
Ancora oggi, infatti, la P.A. siciliana è ancorata alla vecchia logica della L.R. 10/2000, una legge obsoleta e applicata dai vari governi “a convenienza” che non ha slegato il potere politico dal potere amministrativo. Si rivendica pertanto con forza la necessità di un cambiamento vero della P.A. regionale che porti all’intera riforma del settore.
Si rivendica, anche, e con determinazione, la necessità di un’A.Ra.N. Sicilia che – nello svolgimento dei suoi compiti – sia imparziale e autonoma garantendo una corretta e funzionale dinamica negoziale: l’Aran in Sicilia si è svestita, in questi ultimi tre anni, del proprio ruolo negoziale per trasformarsi nel ruolo di passacarte della politica. QUESTO TIPO DI ARAN SICILIA NON È FUNZIONALE PER IL RAGGIUNGIMENTO DI UN’AMMINISTRAZIONE MODERNA ED EFFICACE. UN ENTE CHE HA FALLITO IL PROPRIO MANDATO E URGE UN SUO COMMISSARIMENTO PER IL PROPRIO RILANCIO E PER IL BENE DELLA REGIONE SICILIANA E DELLA STESSA SICILIA.
Tra le gravi lacune dell’Aran Sicilia anche il tema importantissimo della RIQUALIFICAZIONE e riclassificazione del personale, dopo più di un anno dalla firma del contratto di lavoro, resta ancora da definire: a oggi, la COMMISSIONE PARITETICA non è stata neanche formalmente istituita con apposito provvedimento. L’Assessore della F.P. ha, poi, nel merito, solo enunciato slogan ad effetto, privi di concretezza, e gli atti di indirizzo restano non applicabili e privi di concrete coperture finanziarie.
LA RIFORMA DELLA P.A. REGIONALE CHE STA PORTANDO AVANTI IL GOVERNO NON PUÒ PASSARE SOLO DALLA RIFORMA DELL’AREA DELLA DIRIGENZA, CHE CON UN SISTEMA DI RICLASSIFICAZIONE OPE LEGIS E SENZA ALCUN CONFRONTO CON I SINDACATI, VORREBBE FOTOGRAFARE POSTI E RUOLI FUTURI DELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA ma non per tutti e senza premiare la meritocrazia. Bisogna riclassificare tutto il sistema: dirigenza e comparto per arrivare al buon andamento dell’amministrazione.
La politica farebbe bene a evitare slogan e facile demagogia, cercando il confronto con le parti sociali per discutere seriamente di come lavorare per creare una P.A. regionale efficiente, efficace, moderna e al servizio di tutti i siciliani.