Diciassette anni fa 19 italiani, e di essi ben 10 siciliani, hanno dato la loro vita per aiutare popolazioni stremate da anni di guerra e di attentati.
L’italia ha sempre fatto parte di importanti missioni ONU con il compito di portare la pace nei territori insanguinati da anni di guerre.
Anche il 12 novembre 2003 i nostri militari erano in Iraq nell’ambito di una missione internazionale di pace, la loro base era ubicata nella Città di Nassiriya.
Quel giorno a causa di fanatici terroristi, 19 italiani, 19 lavoratori, 19 padri di famiglia, sono stati uccisi perché rappresentavano l’ideale della libertà sociale e della democrazia, ideali non accettati dalle dittature religiose e ideologiche presenti nel nostro mondo.
Difendere questi semplici concetti di civiltà, in un mondo ormai globale , dove si va affermando sempre più l’idea “superiore” della prevaricazione dei mercati globali rispetto agli stati ottocenteschi che hanno raggiunto l’equilibrio, anche se precario, di democrazia e socialità, diventa sempre più difficile.
Il Sinalp vuole ricordare questi eroi, che per difendere l’unica forma sociale che permette l’uguaglianza dei diritti tra gli esseri umani, hanno dato la loro vita.
Di questi eroi ben 10 erano figli della nostra Sicilia, una terra da sempre provata da vili attacchi verso i cittadini inermi ma al contempo terra natia di eroi.
Lo Stato ha avuto, verso questi eroi, atteggiamenti spesso ambigui ed ipocriti non dando loro ed alle loro famiglie il giusto riconoscimento, la giusta attenzione, per aver dato la loro vita in difesa degli ideali di democrazia e diritti sociali.
Finalmente solo quattordici anni dopo la strage, nel 2017, grazie al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Senato On. Pietro Grasso, questi uomini vengono ricordati con una targa contenente i loro nomi, apposta nella sala dei caduti di Nassirya che a Palazzo Madama ospita conferenze stampa e convegni.
Anche il Sinalp vuole rendere omaggio a questi uomini ed alle loro famiglie che hanno perso i loro cari, ricordandoli tutti per aver dato la vita in difesa di ideali di democraticità e uguaglianza.
Grazie ai carabinieri Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante; Giovanni Cavallaro, sottotenente; Giuseppe Coletta, brigadiere; Andrea Filippa, appuntato; Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente; Daniele Ghione, maresciallo capo; Horacio Majorana, appuntato; Ivan Ghitti, brigadiere; Domenico Intravaia, vice brigadiere; Filippo Merlino, sottotenente; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante; Alfonso Trincone, maresciallo aiutante; ai militari dell’Esercito Massimo Ficuciello, capitano; Silvio Olla, maresciallo capo; Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore; Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto; Pietro Petrucci, caporal maggiore; ed ai civili Marco Beci, cooperatore internazionale, e Stefano Rolla, regista.