Il 14 settembre 2020 è stata pubblicata la legge di conversione del cd. “Decreto semplificazioni”, che ha introdotto alcune rilevanti modificazioni al Codice della Strada. Una prima novità di grande impatto è l’estensione del potere di accertamento delle violazioni, ad opera del Sindaco, ai seguenti soggetti:
– dipendenti comunali o delle società che gestiscono la sosta a pagamento o i parcheggi, per le violazioni in materia di sosta;
– dipendenti comunali o delle aziende municipalizzate o delle imprese che si occupano di raccolta dei rifiuti urbani e pulizia delle strade, per le violazioni in materia di sosta connesse all’espletamento di tali attività;
– personale ispettivo delle aziende di trasporto pubblico per le violazioni in materia di circolazione, fermata e sosta sulle corsie e strade ove transitano i veicoli adibiti al servizio di linea.
Tali soggetti possono fare multe anche nelle aree limitrofe a quelle oggetto dell’affidamento o di gestione dell’attività di loro competenza purché siano aree funzionali alla gestione degli spazi per la raccolta dei rifiuti urbani ovvero alla fruizione delle corsie o delle strade riservate al servizio di linea. Per quanto riguarda il personale dipendente di società di gestione dei parcheggi, tale possibilità è limitata a quelle aree che costituiscono lo spazio minimo indispensabile per compiere le manovre necessarie a garantire la concreta fruizione dello spazio di sosta regolamentata o del parcheggio oggetto dell’affidamento.
Il personale in questione è individuato nominativamente dal Sindaco, non deve avere precedenti penali, deve seguire un apposito corso di formazione e, durante l’espletamento delle suddette mansioni, riveste la qualifica di pubblico ufficiale. Ad esso è conferito il potere di contestazione, redazione e sottoscrizione dei verbali, nonché di rimozione dei veicoli; la prosecuzione dell’attività sanzionatoria resta di competenza della Polizia Municipale.
Altra importante novità riguarda gli autovelox: in precedenza, oltre che su autostrade e strade extraurbane, questi apparecchi potevano essere installati, a livello urbano, solo sulle strade di scorrimento, previa individuazione del Prefetto; con la conversione del decreto semplificazioni, invece, i Comuni li potranno installare su tutte le proprie strade, anche quelle di quartiere e locali, individuate sempre tramite decreto del Prefetto, tenendo conto delle zone e delle fasce orarie in cui si concentrano gli incidenti, nonché delle condizioni strutturali e di traffico per le quali non è possibile il fermo di un veicolo senza recare pregiudizio alla sicurezza della circolazione, alla fluidità del traffico o all’incolumità degli agenti operanti e dei soggetti controllati.
Da menzionare, poi, il cd.“pacchetto ciclisti”, il quale prevede fondamentalmente due novità: innanzitutto, l’introduzione della “strada urbana ciclabile”, ossia una strada urbana appositamente individuata ad unica carreggiata, con banchine pavimentate e marciapiedi, con limite di velocità non superiore a 30 km/h, definita da apposita segnaletica verticale ed orizzontale, con priorità per le biciclette; in secondo luogo, il “doppio senso ciclabile” su strade cittadine ove il limite massimo di velocità sia inferiore o uguale a 30 km/h: in tali strade i ciclisti potranno circolare anche in senso opposto all’unico senso di marcia prescritto per tutti gli altri veicoli, lungo la corsia ciclabile presente sulla strada stessa.
Altra importante novità è la possibilità per i Comuni di creare le cd. “zone scolastiche”, ossia zone urbane in prossimità delle quali si trovano edifici adibiti ad uso scolastico, in cui è garantita una particolare protezione dei pedoni e dell’ambiente, ad esempio vietando o riducendo fortemente l’entrata e l’uscita di moto e automobili e limitando l’ingresso ad autobus, tram, scuolabus, automobili e motorini degli alunni muniti di contrassegno, nonché veicoli con a bordo persone disabili.
La violazione di queste limitazioni comporta una multa da €.160,00 a €.679,00 e, in caso di recidiva, la sospensione della patente fino a trenta giorni.
Ancora, aumentano le violazioni per cui è ammessa la contestazione a distanza, tramite appositi dispositivi di controllo. Sinora tale facoltà era concessa solo per il superamento dei limiti di velocità, il passaggio con il semaforo rosso, i sorpassi azzardati; adesso, invece, i dispositivi di controllo a distanza potranno essere utilizzati anche per la rilevazione degli accessi di veicoli non autorizzati ai centri storici, alle zone a traffico limitato, alle aree pedonali, alle piazzole di carico e scarico di merci, alla circolazione sulle corsie e sulle strade riservate o con accesso o transito vietato, nonché al controllo della durata di permanenza di tali veicoli all’interno delle medesime zone.
Altra novità introdotta è il cd. permesso unico disabili: mentre, ad oggi, il permesso di circolazione per accedere nelle zone a traffico limitato (Ztl) per i veicoli delle persone con disabilità è valido solo nel Comune in cui è stato richiesto, e per poter accedere alle Ztl in altri Comuni è necessario effettuare di volta in volta una nuova pratica, col decreto semplificazioni il permesso di circolazione sarà unico. Questo grazie ad una piattaforma informatica unica, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che consentirà di verificare le targhe associate ai permessi di circolazione dei titolari di contrassegni.
Infine, è prevista la proroga della revisione dei veicoli: se l’accertamento dei requisiti di idoneità è fissato entro il 30 settembre, il veicolo può circolare fino al 31 dicembre 2020 senza rischiare la multa; invece le revisioni che scadono dal 1° ottobre al 31 dicembre sono prorogate fino al 28 febbraio 2021.
Alcune osservazioni a margine del provvedimento esaminato.
Innanzitutto, come rilevato da diverse associazioni di utenti, difficilmente le novità introdotte sembrano delle “semplificazioni”, quantomeno per i cittadini; per cui, una volta che le stesse entreranno a regime (con l’approvazione del regolamento attuativo, prevista entro il 13 novembre 2020) con ogni probabilità, vi sarà un notevole aumento di ricorsi.
Infine, dal punto di vista della tecnica legislativa, sono da condividere le osservazioni del Capo dello Stato secondo il quale le modifiche al Codice della Strada “non risultano riconducibili alle finalità” del decreto spiegate nel preambolo, cioè “agevolare gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture attraverso una serie di semplificazioni procedurali”: il richiamo è, in particolare, al requisito dell’omogeneità del provvedimento, al cui rispetto più volte ha fatto appello la Corte Costituzionale.
Nel frattempo, una riforma organica del Codice della Strada, dopo aver fatto capolino alla Camera, è tornata all’esame della Commissione Trasporti, per cui si prevedono ulteriori modifiche al testo normativo.
avv. Camilla Alabiso