“Le indiscrezioni sul decreto in arrivo da parte del Ministero del Lavoro, che accorderebbe 600 euro per il solo mese corrente ad una vasta platea di Avvocati, ci mostrano nelle bozze un provvedimento che appare di entità molto modesta
e assolutamente inadeguato in relazione al numero complessivo dei professionisti in difficoltà”.
Così Giovanni Malinconico, Coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, l’organo di rappresentanza politica dell’Avvocatura.
“Due a nostro avviso le criticità della misura, sulla quale chiediamo di essere ascoltati quanto prima dal Governo. In primo luogo, si tratta evidentemente di un intervento che, per poter incidere seriamente,
andrebbe reiterato. In secondo luogo, colpisce un aspetto: il fatto che il beneficio sarebbe concesso solo ai professionisti in regola con i versamenti dei contributi alla Cassa Forense, escludendo cioè tutti quei colleghi che si trovano nelle maggiori difficoltà”.
“La questione è semplice: da un lato si crea un assurdo giuridico nel subordinare un contributo emergenziale elargito con fondi pubblici al pagamento di contributi versati a una cassa privata. E dall’altro si taglia fuori proprio la fetta dell’avvocatura che rischia di soccombere alla crisi. Si aiuta chi, pure in difficoltà, può resistere, e si trascura chi con l’emergenza sanitaria ha sofferto i danni maggiori”.