Come si sta muovendo l’amministrazione comunale di Marsala per rispondere all’emergenza Coronavirus? Come vive la città questo momento? Qual è il punto di vista dell’amministrazione in merito alle iniziative prese in relazione all’ospedale Paolo Borsellino che è stato individuato come Covid Hospital? Ne abbiamo parlato con il Sindaco di Marsala, dott. Alberto Di Girolamo.
Sindaco, stiamo vivendo un’emergenza che è arrivata come un fulmine al ciel sereno. Quali sono state le misure avviate dall’amministrazione nell’immediatezza?
Le iniziative messe in campo sono state tante e sono state dettate dalle indicazioni che arrivavano dagli scienziati. E’ davvero qualcosa che nessuno si aspettava. Una delle più importanti indicazioni è stata quella di evitare contatti ravvicinati con le altre persone. Siamo comunemente abituati a salutarci con strette di mano, baci, abbracci: questo abbiamo dovuto evitarlo poiché il virus si trasmette per via aerea. Abbiamo cercato di comunicare alle persone di lavarsi frequentemente le mani, di stare a distanza di almeno un metro, di restare a casa perché questo è l’unico modo di bloccare il contagio.
Abbiamo messo subito a disposizione degli uffici pubblici la possibilità di lavarsi più frequentemente le mani. Abbiamo sanificato le strade, le scuole e locali pubblici ed abbiamo deciso di chiudere fin da subito i luoghi dove era più facile creare assembrare come i teatri, la Villa Cavallotti e tutti i luoghi dove è difficile mantenere la distanza di sicurezza.
Come sta rispondendo la città alle misure restrittive?
Complessivamente la città sta rispondendo bene. Va bene uscire per fare la spesa ma non è necessario andarci troppo frequentemente. Mi riferiscono però che c’è chi, all’interno del supermercato, si ferma a chiacchierare. Questo è sbagliato. Mi fa piacere che molte attività si siano attivate per fare consegne a domicilio. Questo riduce ulteriormente il contatto. Lo stesso ragionamento vale per lo sport all’aperto. Non è per la corsa in sé ma se le persone si fermano poi a parlare con gli amici e non mantengono le distanze questo diventa pericoloso. Dobbiamo restare a casa.
Il Comune di Marsala ha attuato delle forme di controllo nei confronti del piano sanitario attivato dall’Asp?
Sono stato frequentemente in contatto con il Direttore genetario dell’Asp, il dott. Damiani. Attualmente a Marsala esistono 6 posti di terapia intensiva ma, augurandoci di non averne mai bisogno, l’Asp è in grado di attivarne subito altri 12. I posti di Terapia Intensiva non sono posti letto come gli altri: hanno bisogno di ventilatori, di ossigeno, apparecchiature particolari. Io continuo ad insistere, sia con l’assessore che con il direttore dell’Asp, sul fatto che sarebbe opportuno concentrare tutti i pazienti Covid in un solo ospedale della provincia che dovrebbe essere quello di Marsala visto che è stato individuato come Covid Hospital. Ciò per salvaguardare sia il personale che vi lavora – e che deve avere tutti i dispositivi necessari – che gli altri ospedali e chi è affetto da altre patologie. In questo momento chi ha bisogno di altri tipi di cure teme di andare in ospedale con il rischio che le problematiche si aggravino. Dall’altra parte, se sai che lavori in un’ospedale Covid hai la consapevolezza che di come rpoteggerti.
Da qualche giorno i tamponi si possono fare anche all’ospedale di Marsala….
E’ una cosa molto importante. Fino a qualche giorno fa le risposte arrivavano dopo diversi giorni. E’ molto importante che da qualche giorno anche a Marsala si possono fare tamponi. Questo permetterà di avere risposte immediate e quindi ci si possono attivare subito le misure necessarie. L’isolamento veloce dei positivi è fondamentale.
Cosa ci può dire a proposito della scarsa disponibilità di Dispositivi di Protezione Individuale?
Non potevamo immaginare una pandemia del genere. Il mondo intero non era preparato.
La disponibilità di questi dispositivi in tutto il mondo non è sufficiente alla richiesta attuale. In questi giorni stanno arrivando ma più ce ne sono, meglio è per tutti. I dispositivi di protezione individuale servono per molte categorie: per il personale sanitario negli ospedali, per le forze dell’ordine, per i farmacisti, per i medici di base e molti altri lavoratori. Se il medico di base, ad esempio, si ammala, il paziente rimane senza il suo medico. Dobbiamo fare in modo che tutti siano salvaguardati.
Mi auguro che, finita l’emergenza, la sanità al sud possa fare un salto di qualità: più posti letto, più specializzazione, più terapia intensiva, ospedali più attrezzati. Negli ultimi anni si sta procedendo in questa direzione anche nella nostra provincia. Con le Cardiologie, Cardiochirurgie ed Emodinamiche che abbiamo adesso in Sicilia, ad esempio, non è più necessario recarsi al nord per le patologie cardiovascolari. Mi auguro che questa esperienza possa essere l’occasione per potenziare ulteriormente la sanità pubblica. Bisogna orientare i nostri ospedali verso patologie importanti per evitare i viaggi dei pazienti. Mi auguro che quanto stiamo vivendo faccia comprendere l’importanza di investire sulla sanità pubblica.