Ieri ricorreva il compleanno delle grande cantante popolare licatese Rosa Balistreri. Lei, discendente da una famiglia povera, visse i suoi anni di giovinezza in una delle abitazioni dei vicoli del popoloso quartiere marina. Passava le sue giornate a cantare per le strade, non molto seguita, ma solo chi sapeva e sa ancora i valori della terra e del folclore, la ammira per la sua volontà di valorizzare la tanto amata Sicilia. Di canzoni ne ha scritte tante, ricordiamo “I Pirati a Palermu” e “A virinedda”, entrambi i brani molto simili e spiegano il significato profondo del pedinamento dei pirati in Sicilia. “Terra ca nun senti” spiega il problema dell’emigrazione, che ancora ai nostri giorni, le menti più preziose, laboriose e che possono dare tanto contributo, vanno via per cercare di intraprendere una vita dignitosa in una pese che glielo permetta. Lei non è stata solo una cantautrice di fatti di attualità, ma mette in discussione anche la religione con “Lu venniri matinu” spiegando la consapevolezza che Nostro Signore Gesù Cristo si è sacrificato per noi, donandoci il bene prezioso che abbiamo e che a volte non ci rendiamo conto che nessuno al mondo ci deve togliere: la vita. Insomma, un vero e proprio personaggio che va tramandato e fare conoscere alle nuove generazioni, ai nostri ragazzi che ascoltano brani che si possono definire “tamarri” e fuori luogo.