È meglio esser chiari: non sarà il solo e unico caso quello riscontrato a Marsala, il primo in provincia di Trapani. Ora che siamo sul podio dobbiamo solo convincerci a rispettare le raccomandazioni previste: mascherine e guanti, spostamenti e contatti limitati etc. Quel menefreghismo tipicamente italiano non ha lasciato dubbi al presidente Conte che ha annunciato la zona rossa in tutta Italia, che sarebbe stata necessaria, di certo, fra qualche settimana. Almeno ora avranno capito il rischio che si corre, quelli che hanno dato assalto a treni e aerei dal nord Italia per raggiungere i familiari nel periodo di stallo. Caso mai il virus nel sud Italia si fosse propagato tra un mese, in condizioni meteorologiche meno favorevoli, ci siamo tolti il pensiero e anche noi facciamo la conta dei casi. Lo avranno capito quelli che affollavano i locali pubblici domenica pomeriggio, noncuranti dell’ordinanza perché “a 20 anni mica posso stare a casa”. Adesso non ci resta che essere pazienti ad attendere che tutto passerà. Un messaggio chiaro circola sui social: STOP, 15 GIORNI VALGONO UNA VITA. Ma poiché è difficile stare a casa fermi, ecco che Marsala tira fuori l’ingegno e appena 48 ore dopo lo stop generale c’è chi si è cimentato a proseguire le proprie attività. Giovanna, direttrice sportiva de L’Altra Palestra Fitness &Fly Zone, ha fatto dell’ #restiamoacasa ma non ci fermiamo!!! la parola d’ordine. Il suo gruppo di allieve è alle prese con addominali, squat ed esercizi grazie alle sue clip video che, trasmesse sui social, propongono programmi di allenamento a corpo libero e con attrezzatura domestica come sedie o bottiglie d’acqua. E se di buone prassi vogliamo parlare, va riconosciuto l’impegno di alcuni titolari di attività commerciali che hanno scelto di sanificare l’aria con appositi sistemi che agiscono con l’ozono attivo. Filippo, del Juparanà, e Mario, del Voga, hanno scelto di usare questo metodo di disinfezione dell’aria e dell’acqua sfruttando molecole naturali, per avere ambienti sanificati che impediscono la diffusione di virus e batteri. Le farmacie mettono gli adesivi nel pavimento per rispettare le distanze di sicurezza; le scuole lavorano con la didattica a distanza. Le abitudini care a cui non vogliamo rinunciare si adattano: le amiche, con loro conversazioni, l’ironia, i gossip e le riflessioni, a guardarsi in faccia tramite videochiamata.
Ora che ci siamo resi conto che “può capitare pure a noi” preoccupiamoci di come passare le nostre giornate casalinghe a stretto contatto con marito e figli; rispolveriamo quello stare tutti insieme per oltre 4 ore continuative, senza contare dell’appoggio dei nonni (loro sono i soggetti più rischio). Si cucina, si gioca, ci si accoccola sul divano, si pianifica tutti insieme l’ora successiva. E poi si aprono gli armadi e via tutta quella roba inutile, scheletri compresi. Appaiono dimenticanze che ci rievocano i ricordi e quell’abito nero in velluto che rivedremo la prossima stagione. È anche il momento dei rimpianti, del “quando potevo ma non l’ho fatto”.
Un appunto speciale va ai parroci che tengono alta la nostra speranza con la forza della fede: Tommaso mostra con una diretta dal suo cellulare il piazzale deserto della chiesa e, come Marco, incoraggia i fedeli per restare in contatto attraverso la parola; Giacomo celebra in diretta streaming, così come Alessandro che approfitta per lanciare il suo messaggio di adattamento per non rimanere seduti in attesa del cambiamento. È una Quaresima di forte digiuno, è una grande prova di forza che ci impone ritmi che avevamo dimenticato; un rallentamento che ci farà apprezzare quello che faremo dopo. Vivremo con più piacere i saluti, gli abbracci, i baci, i caffè al bar e torneremo a cercare quel contatto umano che avevamo già perso.
Antonella Lusseri