“Avete mai visto una discarica di rifiuti grande, per esempio, quanto il centro storico di Palermo? Quella di Grotte San Giorgio, a Lentini, nel Siracusano, rischia di diventare così, enorme. Questo avverrà se le richieste dei privati di raddoppiare l’attuale sito, che è già tra i più grandi del Sud Italia, verranno autorizzate”.
A sollevare la questione sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, il capogruppo Giorgio Pasqua insieme a Giampiero Trizzino e Stefano Zito, dopo la presentazione, da parte di Sicula Trasporti Srl, di un progetto di ampliamento della discarica di Grotte, che ne raddoppierebbe la capacità di abbancamento, portandola da 4.291.511, attualmente autorizzati, a 8.842.561 mc. La superficie passerebbe dai circa 1,2 kmq attuali ai 2,4, ovvero proprio quanto le dimensioni del centro storico di Palermo (circa 2,5 kmq).
“Sarà un’area per conferire rifiuti – proseguono – dalle proporzioni gigantesche, una bomba ecologica addossata ad aree residenziali e balneari, a zone di protezione speciale e corridoi ecologici e in un comprensorio, quello della Sicilia orientale, già saturo di siti del genere. In pratica saranno altri disagi e nuove molestie olfattive per migliaia di cittadini”.
“Purtroppo questo avviene per via della interminabile emergenza – spiegano i deputati – cioè perché mancano politiche efficienti per il settore dei rifiuti e mancano gli impianti pubblici. Così, gli ‘attivissimi’ privati operano di fronte all’inerzia della Regione che, dopo mesi di vuoti proclami, non si è ancora dotata di un piano di gestione dei rifiuti operativo a tutti gli effetti. Sulla discarica di Lentini apprendiamo – specificano Pasqua, Trizzino e Zito – che l’assessorato regionale Territorio e Ambiente ha richiesto l’avvio dei procedimenti autorizzatori, ma che la giunta municipale di Lentini, chiamata ad esprimersi, ha dato parere contrario. Da parte nostra, netta opposizione al progetto: nessun ampliamento della discarica dovrà essere consentito. Piuttosto, è urgentissimo portare in aula il piano rifiuti, unico strumento per dare regole certe a un settore che resta un far west per i siciliani e una prateria per il business dei privati”, concludono.