Domenica 2 febbraio alle ore 17,15 l’Archivio Storico Diocesano ospiterà la presentazione del libro
“Decollati. Storie di ghigliottinati in Sicilia” di Salvatore Mugno (Navarra Editore)
e una mostra di documenti inediti di esecuzioni capitali a Trapani nel XVIII e XIX secolo
Con l’autore interverranno Stefania La Via, vicedirettrice dell’Archivio Storico Diocesano, Renato Lo Schiavo, docente del Liceo Classico “Ximenes”, Pietro Barbera, ingegniere che ha curato uno studio sulla ghigliottina conservata al Museo Pepoli di Trapani con letture a cura di Lina Barbuscia.
Per l’occasione saranno esposti dei documenti inediti su alcune esecuzioni capitali avvenute a Trapani nei secoli XVIII- XIX, rari registri anagrafici della Fortezza della Colombaia, documenti sulla Confraternita degli Agonizzanti che, insieme con altre pie associazioni, si occupava di assistere spiritualmente i condannati prima dell’esecuzione della sentenza. Saranno inoltre visibili i pannelli espositivi sulla ghigliottina del Museo Pepoli realizzati dall’Ing. Pietro Barbera.
“Decollati. Storie di ghigliottinati in Sicilia” è un’opera dalle numerose sfaccettature. Saggio storico, testo letterario, documento etnoantropologico allo stesso tempo, offre uno spaccato inedito della storia di Sicilia in generale e del nostro territorio trapanese in particolare.Partendo dall’osservazione di un oggetto misterioso e inquietante di cui poco o nulla si sapeva, una macchina della morte perfettamente integra ed esposta in una delle sale del Museo Pepoli – spiega Stefania La Via – Salvatore Mugno ha intrapreso una ricerca lunga e paziente che lo ha portato a trovare le risposte ad una serie di pressanti domande che lo scrittore Vincenzo Consolo – che più volte nelle sue opere ha parlato dell’inquietudine in lui suscitata dalla vista di questa ghigliottina – così riassume: […]“Una macchina avvolta nel nero e nel mistero: da dove è giunta e quando? Nessun documento certifica la sua patria, il suo linguaggio; nessun contratto o registro rivela committenza o fornitura, nessun viaggiatore fa parola delle sue gesta…Ma essa è là, in una stanza del museo, senza veli o misteri, con la sua evidenza, la sua brutale concretezza […]” E nel rispondere con scientificità storica a tali quesiti, l’autore ci offre un quadro inaspettato e per certi versi sconvolgente di una Sicilia non troppo distante nel tempo eppure arcaica, lontana in qualche modo dalla storia ufficiale, di un mondo contadino attraversato dalla violenza nei rapporti, di una giustizia feroce e sanguinaria. Una storia affascinante che arriva a sfiorare persino le origini di quella che oggi chiamiamo mafia.