“La crisi dei Comuni siciliani, quasi
tutti con i conti in rosso e a rischio default, è solo parte di una
crisi strutturale che attanaglia l’intera regione a tutti i livelli.
Bisogna salvare gli enti e i servizi erogati ai cittadini, specie
quelli più deboli, e per farlo è necessario un patto tra istituzioni e
parti sociali che salvi la Sicilia dal fallimento. Ci auguriamo che il
prossimo incontro, convocato dal governatore Musumeci per il 10
gennaio, getti le basi per un nuovo percorso”. Lo dicono Giuseppe
Badagliacca e Nicola Scaglione della Cisal Sicilia, intervenuti oggi
all’assemblea dei sindaci siciliani convocata dall’Anci regionale ai
Cantieri culturali della Zisa di Palermo.
“La Cisal ha accolto l’invito del sindaco Orlando ed è intervenuta per
ribadire la sua forte preoccupazione – dicono Badagliacca e Scaglione
– ma anche il suo appello a un confronto sul futuro della Sicilia che
coinvolga il governo regionale, gli enti locali, le imprese e i
sindacati che devono costituire un fronte unico nelle trattative con
lo Stato. Il Decreto che spalma su dieci anni il disavanzo da 2
miliardi di euro è solo un primo passo, così come lo sblocco dei 70
milioni di euro per i Comuni, ma non basta: bisogna rivedere i
rapporti con Roma, chiedere una nuova politica di sviluppo per il
Meridione, rendere più snelle le procedure della spesa pubblica,
riattivare gli investimenti e i cantieri delle infrastrutture,
liberare i Comuni e le ex Province dai lacci della burocrazia e dagli
assurdi paletti tecnici che li ingessano. Non possiamo arrenderci
all’idea che i giovani fuggano al Nord o all’estero, condannando la
Sicilia a un declino inesorabile: questo è il momento di agire”.