Lunedì 16 dicembre, alle 17.15 al Politeama Garibaldi, il pianoforte di Fabio Romano chiude la stagione 2019 dell’Associazione Siciliana Amici della Musica.Un programma intriso di interconnessioni che attraversano i destini compositivi e umani dei tre autori: Schumann, Brahms e Chopin. “Ma che include – spiega Romano – la presenza invisibile di altri convitati a questo banchetto romanticissimo: Clara Wieck, destinataria della dedica implicita e disperatamente innamorata che Robert nasconde nella Fantasia, citando un lied di Beethoven. A lei Brahms invia invece, molti lustri più tardi, i manoscritti dell’op. 119 quali regali di compleanno, scusandosi di non aver ardito dissonanze ancora più “appetitose”. E inoltre Franz Liszt, dedicatario dichiarato della Fantasia schumaniana, che eseguirà in privato al cospetto dell’autore, sdebitandosi poi con un’altra pietra miliare del pianismo romantico: la Sonata in si minore dedicata proprio a Robert. Non solo: l’ungherese è l’iniziatore di una campagna per finanziare il monumento a Beethoven – eccolo riapparire – nella sua città natale. Schumann intenderà contribuire con gli introiti derivanti dalla pubblicazione, appunto, della sua Fantasia, intrisa questa di tecniche compositive dalle chiare affinità beethoveniane. In ultimo – continua a spiegare il pianista – i Preludi op. 28 di Chopin, autore considerato già da Schumann, come egli stesso scriverà, un “genio”. I 24 fulmini del polacco, legati se non altro per l’uso di tutte le tonalità maggiori e minori al bachiano Clavicembalo ben temperato, non incontreranno tuttavia il favore incondizionato del fondatore della Neue Zeitschrift für Musik, che troverà in essi qualcosa di malato, febbrile, repellente. Il banchetto adesso non è più assolutamente armonico come sembrava. Eppure Robert usa il termine “Ruinen” (rovine) per caratterizzare il ciclo chopiniano. “Ruinen”, paradossalmente, il titolo originario del primo movimento della sua Fantasia op. 17”.Fabio Romano, pianista palermitano ma ormai da anni residenti in Germania, ha studiato pianoforte con Gaetano Cellizza e composizione con Eliodoro Sollima. Si è esibito con istituzioni prestigiose come la Moscow Symphony Orchestra, la Museumsorchester Frankfurt, l’Orchestra della Bayerische Staatsoper, con il Korean Chamber Ensemble e i Münchner Symphoniker, con direttori quali Dmitri Liss, Paolo Carignani, Markus Poschner, Roberto Paternostro. Nel campo della musica da camera è stato partner di interpreti come Gösta Winbergh, Giovanni Sollima, Luigi Sollima, Harald Feller, Teodora Campagnaro e del Rachmaninov Quartett. |