martedì, Novembre 19, 2024
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Da Sicilia e Marocco un aiuto tecnologico alla svolta green dell’economia

Scambi tecnologici fra Sicilia e Marocco e 
investimenti produttivi per una svolta “green” dell’economia.
Ad un mese dalla firma a Rabat, tra i rispettivi Governi, del 
“Partenariato strategico multidimensionale” fra Marocco e Italia, che 
apre la strada a numerose attività di cooperazione bilaterale fra i 
due Paesi, oggi 110 imprese siciliane d’eccellenza, operanti nelle 
nove province dell’Isola e in tutti i settori – che hanno investito in 
ricerca scientifica e hanno innovato le loro produzioni, 
dall’agroindustria alla bioedilizia, dalla biochimica alle energie 
rinnovabili fino al turismo – hanno partecipato all’incontro 
preparatorio alla missione a Casablanca che sarà organizzata nella 
prossima primavera dall’Ambasciata del Marocco in Italia e dal 
Consolato generale a Palermo con la Banca popolare S. Angelo e 
Sicindustria e con l’assistenza finanziaria di Sace Simest, di 
Irfis-FinSicilia e della Banque generale populaire du Maroc.
A Casablanca si svolgeranno incontri B2B con imprese individuate dalla 
Confederazione generale delle imprese del Marocco sulla base dei 
progetti delle aziende siciliane, con tre obiettivi: trasferire 
tecnologie e prodotti “made in Sicily”, insediare nuove attività 
produttive nelle “free zone” che offrono defiscalizzazione totale per 
5 anni e una successiva tassazione al 17%, costituire società miste.
L’Ambasciatore del Marocco in Italia, S. E. Youssef Balla, ha spiegato 
che “il Marocco ha sviluppato settori produttivi ad alta tecnologia e 
la Sicilia ha un capitale impressionante di alta tecnologia. 
Cerchiamo, quindi, investimenti esteri in nuove tecnologie, nel Paese 
c’è una grande espansione in tal senso. Il Marocco è un terreno adatto 
e conta su industrie di punta che possono essere di interesse per le 
imprese siciliane”.
L’Ambasciatore ha posto particolare attenzione “alla svolta ‘green’ 
della nostra economia, che parte dal piano statale di modernizzazione 
dell’agricoltura in chiave sostenibile, di tutela dell’ambiente, di 
energia da fonti rinnovabili con l’obiettivo del 56% entro il 2030. 
Dall’irrigazione alla trasformazione delle derrate fino all’energia, 
c’è tanto spazio per le tecnologie siciliane”.
Perché, ha aggiunto Youssef Balla, “quella dei cambiamenti climatici è 
un’emergenza non solo nostra, ha una dimensione globale: incide sulla 
sicurezza, provoca l’emigrazione dei giovani a causa del degrado dei 
terreni e l’Africa sta soffrendo del climate change più degli altri 
continenti. Quindi il Marocco, volendo dare un modello anche a tutta 
l’Africa, ha puntato su questa strategia che vuole adattare 
l’agricoltura ai cambiamenti climatici e in questo senso sta cercando 
di attrarre investimenti internazionali”.
Svariate, dunque, le opportunità che si offrono alle aziende 
siciliane. “C’è il settore automotive – ha ribadito l’Ambasciatore – 
che vede il Marocco tra i primi 10 Paesi produttori ed esportatori; 
l’aeronautico con la presenza dei maggiori produttori mondiali; 
l’agricoltura, l’energia, il turismo, le attività estrattive e tanto 
altro ancora. Sei i principali incentivi: le agevolazioni fiscali, che 
possono arrivare fino a 15 anni; quelle sul trasferimento di capitale 
e di prodotto; la stabilità politica; la certezza giuridica 
dell’investimento; la possibilità di accesso diretto ai mercati dei 
Paesi dell’Africa occidentale che registrano una crescita costante del 
3,6% annuo; l’operatività del nuovo porto di Tangeri che è diventato 
il primo del Mediterraneo per traffico merci”. E, ha concluso Youssef 
Balla, “dopo il collegamento aereo diretto con Catania stiamo 
lavorando per aprire un collegamento aereo diretto con Palermo”.
Per finanziare i nuovi accordi con le imprese marocchine, le imprese 
siciliane possono attingere agli strumenti messi a disposizione dai 
partner della missione. Ettore Sanfilippo, responsabile settore 
commerciale dell’Irfis-FinSicilia, ha annunciato che “grazie 
all’approvazione di un addendum alla convenzione, che rinnova 
l’attività del finanziamento agevolato, già nei prossimi giorni le 
imprese siciliane potranno presentare istanza per il Fondo Sicilia, 
che eroga finanziamenti con un tasso di interesse minimo, che varia 
dallo 0,15 allo 0,25%, e che può intervenire anche in sinergia con 
altre banche”.
Ines Curella, A.d. della Banca popolare S. Angelo, ha illustrato la 
parte di finanziamento ordinario: “Sosteniamo le aziende con i 
tradizionali strumenti (fidi a medio termine, linee commerciali, 
finimport e finexport) e per le esigenze più sofisticate 
sull’operatività estera ci avvaliamo di una partnership formalizzata 
con Banca Ubae, banca italo-araba specializzata nell’assistenza 
internazionale, sia per gli aspetti operativi che di finanziamento 
diretto”.
Antonio Bàrtolo, Global senior relationship manager di Sace per le Mid 
Corporate di Campania e Sicilia, ha illustrato i vantaggi strategici 
di un investimento in Marocco (riduzione dei costi, avvicinamento ai 
mercati esteri e maggiore disponibilità di materie prime) e i prodotti 
finanziari di Sace “che hanno un punto di rating in più rispetto a 
quello della Repubblica italiana e, quindi, sono più spendibili 
all’estero”.
E Abdelghani Bouanfir, direttore delle sedi italiane di Banca Chaabi, 
gruppo Banque centrale populaire du Maroc, ha osservato che “grazie 
all’elevato rating del nostro istituto, le nostre credenziali sono più 
facilmente scontabili presso una banca italiana”.
Da parte sua, Nino Salerno, delegato all’Internazionalizzazione di 
Sicindustria, ha invitato il Regno del Marocco “ad aderire alla rete 
Enterprise Europe Network, che offre assistenza gratuita ai percorsi 
di internazionalizzazione delle aziende”. Invito accolto 
dall’Ambasciatore.
Infine, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha spiegato perché il 
Comune sostiene questa iniziativa: “La Banca S. Angelo ha colto 
pienamente la visione globale che abbiamo dato nell’incontro a Palazzo 
delle Aquile dello scorso 25 marzo: cioè, la cultura porta economia. 
La cultura e il futuro del mondo si chiamano Africa. Il Mediterraneo 
non è un mare che divide, ma un continente d’acqua che unisce”.

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