Ugl Catania: “Due anni di appelli caduti nell’indifferenza. Caro tariffe cappio per l’economia ed il lavoro in Sicilia, che senso ha rimanere ed investire? Pronti a protestare”
“Quando più di due anni fa iniziammo, in piena estate, la battaglia sul caro dei biglietti aerei da e per il continente, eravamo in pochi ad aver percepito la reale portata della problematica. Oggi, se da una parte ci fa rabbia constatare che nulla è stato fatto e tutto è peggiorato, siamo davvero contenti che da più parti sta iniziando ad emergere la consapevolezza che la Sicilia è sempre più isolata e maltrattata.” Commenta così la recente levata di scudi sui prezzi dei biglietti aerei alle stelle e sulla fuga delle compagnie aeree dall’isola, il segretario generale territoriale della Ugl Giovanni Musumeci, evidenziando come la questione siciliana sia adesso giunta al suo culmine. “Dopo la riduzione di voli da parte di Ryanair, avvenuta già da tempo, nei giorni scorsi anche il vettore spagnolo Vueling ha abbandonato la nostra regione e la cronaca dell’ultimo anno riporta notizie sull’eliminazione di altre tratte da parte di diverse compagnie. In tutto ciò i prezzi non si sono di certo calmierati, sempre a danno di lavoratori, studenti e cittadini bisognosi di cure. Ed è inutile che si parla di offerte, quando poi nei momenti quando il traffico diventa intenso arriva la stangata per chi ha necessità di spostarsi dalla nostra terra verso gli scali del centro e del nord o viceversa. Senza contare i numerosi ritardi in partenza ed in arrivo, di intere ore, e l’episodio di due giorni fa quando un intero gruppo che doveva venire a Catania da Perugia, di punto in bianco, si è visto il volo cancellato. Oltre al fatto che ormai stanno per rimanere soltanto i voli sugli scali principali a causa dell’esiguità, oppure della totale assenza dei servizi offerti su altri aeroporti d’Italia. Se poi a questo aggiungiamo anche che la mobilità su gomma, da e verso la penisola, è vincolata all’utilizzo delle rotte del mare ed in particolare dei traghetti sullo stretto a costi a nostro avviso elevati, non vi è dubbio che il salasso sui trasporti (condito dal prezzo dei pedaggi non corrispondente al servizio viario offerto e dai prezzi di benzina e gasolio fuori dal normale in una realtà regionale dove si raffina) è il più pesante gap che i siciliani stanno pagando rispetto al nord, è il cappio che uccide l’economia ed il lavoro nella nostra regione. E non ci vengano più a raccontare la manfrina che prima devono essere realizzate le infrastrutture interne, perché se pensiamo alla vicenda pirandelliana della Catania – Ragusa, della lentezza nella ricostruzione del viadotto “Himera” sulla Catania – Palermo, la vergogna della Catania – Messina e lo stato penoso delle strade provinciali, possiamo considerare che non potremo mai ambire ad una seria continuità territoriale. A questo punto converrebbe ancora rimanere nella nostra isola per lavorare ed investire? Per questo chiediamo alla politica ad ogni livello, senza fare distinzioni di colore, di smetterla con i proclami e pensare davvero ai problemi dei siciliani. Non è solo un problema di continuità territoriale, ci sono risposte forti e urgenti da dare sulla tariffazione esosa, senza perdere più tempo, individuando responsabili e soluzioni prima che sia troppo tardi. E noi stiamo, insieme alla nostra segreteria regionale, stiamo già immaginando di attivare iniziative di protesta per coinvolgere e far sentire ancor più forte la voce dei lavoratori.”
Ugl Catania: “Due anni di appelli caduti nell’indifferenza.
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