Dopo il successo del concerto-evento “Le Mani nel Jazz” al Real Teatro Santa Cecilia con i musicisti e le cantanti del Brass Diego Spitaleri, Lucy Garsia, Carmen Avellone, Fabio Lannino, Vito Giordano, Giuseppe Costa e Ciccio Foresta, si inaugura la mostra personale di Massimo Moavero. Appuntamento il 26 ottobre alle ore 18.30 presso la Lupo’Art Galleria d’Arte, ad ingresso libero. Durante l’inaugurazione sarà presente l’artista e chi lo desidererà potrà ritirare il catalogo della mostra. La Lupo’Art, si trova in via Terrasanta, 56. La mostra resterà esposta sino al 16 novembre dal martedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 16.30 alle 19.45.
L’amicizia e la passione per il jazz tra Spitaleri e Moavero è di lunga data e per tale ragione i due artisti si sono uniti per realizzare un evento che unisca arte e musica: “le mani nel jazz” Una passione che si è concretizzata grazie al concerto che Spitaleri ha dedicato il 20 di ottobre presso il Teatro Santa Cecilia, con il contributo dei suoi amici musicisti, al suo pubblico, e all’anteprima della mostra di Moavero, presentata in sala Gullo subito dopo l’evento musicale. Massimo Maovero dichiara “abbiamo immaginato e sviluppato un soggetto, che potesse affascinare gli appassionati di musica: mani su strumenti musicali”.
“Inoltre – continua l’artista – qualche tempo fa, rovistando tra i miei documenti universitari, mi è capitato tra le mani un quadernetto. In una pestifera grafia, vi erano annotazioni più o meno interessanti, schizzi di oggetti, scarabocchi, bozze di scorci della mia città, Palermo, e scritto fitto fitto, preceduto da una sorta di poesia, un racconto. Incuriosito dal titolo “L’anima sopita”, ho iniziato a leggerlo. In un istante, sono ripiombato a trentasei anni fa. L’ho riconosciuto quale la premessa e parte di un esame universitario di composizione; il progetto di un opera d’architettura inserita in un area del contesto urbano di Palermo. Ammetto di avere provato emozioni molto forti durante la lettura, date forse anche dal fatto che pareva scritto di getto, in un’unica seduta, con una grafia che sembrava non riuscire a stare dietro al flusso di idee che la mia mente creava.
Racconto certamente del mio stato emotivo del vivere in una città così bella, ricca di storia e cultura da togliere il fiato, ma all’epoca soffocata da dinamiche distorte e interessi corrotti. Una città, per la sua vera anima, capace comunque di dare enormi stimoli, di proteggere, interagire, far crescere.
Nasce dal ritrovamento di questo racconto il desiderio di organizzare a Palermo e con Palermo questa mostra”.