L’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG), società di cultura del territorio, fondata a Padova nel 1954, è ente accreditato presso il MIUR per la formazione del personale della scuola. Profondamente radicata nel territorio, è presente in tutte le Regioni e in quasi tutte le Province italiane, registrando, ad oggi, più di 2 mila associati a livello nazionale, di cui oltre 300 afferenti alla Sezione Sicilia. Trascorso un mese dall’inizio dell’anno scolastico e assodato ormai il rinvio, anche in fase sperimentale, della introduzione dell’educazione civica come nuova materia, l’AIIG ritiene che non sia il caso di recedere dalla volontà di intraprendere una seria e strutturata programmazione, da attivare già a partire da gennaio 2020. Nella visione del Ministro Fioramonti, così come esplicitamente dichiarato, le 33 ore annue da destinare all’educazione civica, rappresentano un atto di responsabilità volto ad orientarsi verso un’istruzione di qualità che possa sostenere, in prospettiva, uno sviluppo sempre più sostenibile. Nelle intenzioni ministeriali, l’educazione civica sarà un insegnamento trasversale, che compete, quindi, a più ambiti disciplinari, ma che includendo, sempre secondo tali indicazioni, temi quali la tutela del patrimonio ambientale e delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari, l’educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni, lo sviluppo sostenibile e i relativi obiettivi dell’Agenda 2030, troverà un’indissolubile, primaria e naturale interconnesione con la geografia. Del resto, così come, opportunamente, sottolineato dalla “Carta internazionale sull’educazione geografica”, la geografia è una materia e una risorsa indispensabile per i cittadini del 21° secolo. Una disciplina in grado di farci comprendere cosa significhi vivere in maniera sostenibile, convivendo in armonia con tutte le specie viventi. Le prospettive offerte dalla ricerca geografica favoriscono una comprensione approfondita delle molte sfide attuali, come il cambiamento climatico, le grandi migrazioni, la sicurezza alimentare, le scelte energetiche, il sovrasfruttamento delle risorse naturali, l’urbanizzazione, gli impatti della globalizzazione e le conseguenze delle crisi economiche internazionali. Per queste e altre ragioni, appare evidente che l’insegnamento dell’educazione civica non possa prescindere dalla conoscenza del mondo, dalla costruzione di una cittadinanza globale e, quindi, conseguentemente, dalla geografia. Il problema è, però, dettato da una clamorosa falla della legge 20 agosto 2019, n. 92 che introduce l’educazione civica affidandola, nel secondo ciclo, ai docenti di discipline giuridiche, con il rischio concreto e facilmente prevedibile che tali docenti, non avendo familiarità con la comunicazione di nuclei tematici complessi come quelli citati, non li tengano nella dovuta considerazione, privilegiando argomenti esclusivamente più vicini alla loro formazione. Questo è, in realtà, ciò che già accade in tutti i licei nei quali la geografia viene relegata a una posizione di marginalità, presente solo per garantire la collocazione dei fenomeni storici nello spazio, poiché affidata a docenti di lettere non specializzati nella materia. Passando dai licei agli istituti professionali, la presenza della geografia per gli insegnamenti del primo biennio è, o dovrebbe essere, garantita e assegnata, in ottemperanza alla nota MIUR n. 6913 del 19 aprile 2018, alla classe di concorso A-21 (geografia). Questo nuovo ordinamento è, dunque, in vigore dal 2018, eppure, ci sono ancora molti istituti che non hanno inserito la geografia al secondo anno e altri che non l’hanno inserita neanche al primo.
Non va meglio negli istituti tecnici, dove permangono distinzioni di attribuzione della geografia sulla base dell’indirizzo. Nello specifico, negli istituti tecnici per il turismo la geografia e la geografia turistica devono essere assegnate obbligatoriamente solo alla classe A21, ma anche in questo caso le direttive vengono di sovente disattese. L’AIIG ha, così, controllato a campione gli organici di diritto di alcune province e sono emerse stime allarmanti: circa il 25% delle ore di geografia che si dovevano potenzialmente assegnare alla classe A-21 nell’anno scolastico 2019/2020, sono state attribuite ad altre classi di concorso senza una motivazione lecita. L’allarmante risultato che consegue del quadro sopradescritto è che siamo diventati un Paese a scarsa conoscenza geografica. La soluzione, pertanto, proposta e auspicata dall’AIIG per rilanciare una cittadinanza maggiormente consapevole, rimane quella di potenziare l’insegnamento delle discipline geografiche, affidandole, in tutte le scuole di ordine e grado, a docenti specialisti, capaci di sviluppare competenze e attivare il dibattito con i discenti su tematiche che, alle varie scale, dal locale al globale e dal globale al locale, risultino di vitale importanza per il futuro della collettività. Per raggiungere tale obiettivo, il Presidente nazionale del sodalizio, il Prof. Riccardo Morri della Sapienza, ha aperto un canale diretto con l’Ufficio di Gabinetto del Ministro Fioramonti. Nel contempo, in ambito regionale, l’AIIG Sicilia ha sollecitato e coadiuvato i sindacati regionali ANIEF e COBAS in azioni di diffida basate proprio sui dati forniti dall’Associazione. E con riferimento al nuovo anno scolastico, grazie anche alla preziosa e costante opera sul territorio della Prof.ssa Paola Pepe (Consigliera AIIG), sono stati immessi in ruolo 18 nuovi docenti di geografia, un numero nettamente superiore rispetto agli anni precedenti, seppur ancora troppo esiguo per aspirare a sanare un deficit determinato dai tanti, troppi, istituti di istruzione che continuano ad assegnare le ore di geografia in violazione al DM 259/17. L’AIIG Sicilia, dunque, nella persona del Suo Presidente, Prof. Claudio Gambino, rivolge un appello al Presidente Musumeci e all’Assessore al ramo, Prof. Roberto Lagalla, affinché possano esercitare un ulteriore e rinnovato intervento nel richiamare gli Uffici scolastici regionali e provinciali e le istituzioni scolastiche al rispetto della normativa vigente, assegnando ai docenti di geografia le cattedre di loro competenza e abbattendo un pregiudizio che affonda le sua radici in tempi ormai lontani e che erroneamente vede nella geografia una materia statica e mnemonica, ancella di altre discipline, quando, invece, siamo di fronte a una scienza che si è profondamente evoluta, divenendo metodo, sorretta da un carattere dinamico, sintetico e interdisciplinare. Non l’ancella, ma la matrice di ogni possibile sapere